DI ALBERTO GROMETTO
L’Arte, la Cultura e la Bellezza, che sono poi la missione che questo nostro eroico e intrepido Web Magazine nomato «MERCUZIO AND FRIENDS» si propone, sapete, nascono anche negli angoli più remoti, nascosti, impensabili.
Esiste un libro intitolato «Norwegian Wood». E no, non stiamo parlando del romanzo di Murakami. E neppure della canzone dei Beatles, nel caso qualche musicologo se lo stesse chiedendo. Lo scrittore in questo caso è Lars Mytting il quale, prima di scrivere questo suo libro, era stato autore di diversi romanzi non particolarmente belli o imperdibili, fino a quando non realizzò questo manuale che fu un successo mondiale pazzesco famoso in tutto il mondo che lo rese celebratissimo e ricco sfondato. Quel che c’è di assurdo in tutta la vicenda è che tale opera è esattamente cosa dice il suo titolo. Trattasi di un saggio sui metodi per tagliare la legna, accatastare la legna e bruciare la legna allo scopo di scaldarsi. È davvero solo quello, tutto qua. Esatto, non è un romanzo, bensì un manuale. Non un libro dedicato ai super esperti del settore, ma parla a chiunque. So cosa vi state chiedendo: come diavolo fa un manuale sulla legna e il legno a diventare un caso editoriale storico-globale a livello internazionale, considerando che la maggior parte della gente che abita questo nostro mondo non usa una stufa a legna per scaldarsi? Che cavolo gliene può fregare qualcosa a qualcuno? Eppure tutto il mondo lo comprò! Come è stato possibile?
La risposta è nella sua introduzione, illuminante non solo per chi ha stufa legno ma per chiunque sia un essere umano. Il nostro Lars spiega perché i manuali abbiano successo. Egli afferma che imparò tutto sul legno mentre scriveva la sua opera perché, fatto veramente scioccante, nemmeno lui era appassionato di legno ma per scrivere quanto doveva scrivere si documentò e dunque, in un certo senso, noi leggendo impariamo insieme a lui che ha imparato scrivendo. E da cosa si riconoscono i fan della legna se non stanno a raccontarti quella che è la loro passione? Si capisce che uno è appassionato non per quello che dice, ma dal modo con cui tiene gli attrezzi, dalla maniera con cui si occupa della sua stufa, da come accatasta la legna. È da queste cose che si può toccare la vera, tangibile, passione. E poi ti dice una cosa che è l’esatto contrario di quello che la gente pensa: dichiara che la sua opera è dedicata ai metodi, perché è attraverso questi che si esprime il sentimento. Meraviglia! Puoi capire quale sia il sentimento di qualcuno verso un oggetto, un’attività o un’altra persona non in base a quello che dice ma in base alla dedizione che lui ha verso metodi che riguardano quella cosa.
È la dedizione e la cura che metti in quello che fai che ti dice se ami davvero.
Oggi, Noi Mercuziani, pubblicando questo articolo il giorno di Pasqua, vogliamo parlarvi di un’Arte celata, nascosta, segreta, ma che meriterebbe di essere portata alla luce: decorare le uova pasquali!
La decorazione a mano delle uova è notissima ed è una solida tradizione consolidata conosciuta in tutto il mondo. Oggigiorno tutti noi abbiamo a che fare più con le uova di cioccolato che comperiamo al supermercato, ma a dire il vero l’antico costume millenario vuole che siano uova di gallina quelle da dipingere. L’uovo, visto da sempre come simbolo di rinascita e rappresentazione del Ciclo della Vita che continua incessantemente a dispetto di tutto, è naturalmente, tematicamente e strettamente connesso e correlato alla Primavera. Dipingerci sopra significa imprimere una parte di sé lì sopra e permettere ai propri sogni e desideri di “sbocciare”.
Prima parlavamo di metodi, di tecniche, di conoscere il come fare quel che ami fare. Numerosissime sono le tecniche che i veri appassionati decoratori di Uova di Pasqua conoscono. Citiamo alcune delle più diffuse. Innanzitutto intingere l’uovo direttamente in un colore, e farlo “monocromatico”. Poi, ovviamente, avvalendosi del caro pennello, dipingere sulla superficie dell’uovo. Imprimere le decorazioni con la cera calda delle nostre amiche api prima della tintura. E ancora: graffiare le decorazioni sull’uovo dipinto. Insomma: vi sono davvero un’infinità di tecniche e addirittura “componibili” tra di loro, ma ognuna richiede concentrazione e profonda dedizione. Un metodo giusto non esiste e ogni futuro decoratore di uova può trovare la strada nella quale più si rivede attraverso tentativi, prove e tanto divertimento!
Ancora oggi, soprattutto nell’Europa orientale, esistono negozi e botteghe specializzate nelle uova pasquali decorate che le tengono in esposizione nell’arco dell’intero anno solare. Praga ospita il più celebre mercatino di Pasqua che esista, ad esempio: ebbene sì, non solo mercatini natalizi, ma esistono anche quelli pasquali! Vi sono addirittura diversi musei che si propongono di collezionare e mettere in esposizione le suddette uova che siano colorate, tinte, dipinte, decorate, verniciate, scolpite… tutto quello che volete! La forma liscia del guscio permette di poter realizzare decorazioni tra le più belle, veri e propri dipinti di una bellezza unica. Che siano di oca o di anatra oppure le celeberrime uova di gallina, basta praticare due fori da entrambe le estremità e svuotarle del proprio contenuto, prima di iniziare a lavorarci sopra.
Prima abbiano definito “millenaria” la storia delle uova pasquali decorate: è così. In Sudafrica sono state rinvenute uova di struzzo e di emu incise risalenti a oltre 60.000 anni fa. L’Impero Persiano coltivava questo tipo di cultura e la decorazione delle uova avveniva proprio nel corso dei festeggiamenti in onore dell’Equinozio primaverile: la famiglia si riuniva per decorare uova insieme e riporle in un recipiente. Anche i Cartaginesi vantavano una simile tradizione, stando ai reperti ritrovati. I Cristiani hanno ereditato questa pratica facendola loro.
L’illustre artista, orafo e gioielliere russo Peter Carl Fabergé è oggi rinomato e famoso per aver realizzato uova decorate tramite metalli e pietre preziose su commissione degli Zar di Tutte Le Russie. Fu lui il primo ad avere l’idea di inserire una sorpresa all’interno delle uova. Di fatto nel 1885, su richiesta dello Zar Alessandro III, concepì un regalo specialissimo per la di lui moglie, la Zarina Maria. Trattasi di un uovo di platino rivestito di bianco che dentro di sé conteneva un altro uovo tutto d’oro al cui interno v’era una riproduzione della corona imperiale ed una gallina, anch’essa in oro. Chi oggi non conosce le Uova Fabergé? Il dono ebbe un successo strepitoso al punto che diede origine a tutta una serie di capolavori di oreficeria, oltre che diffondere su scala internazionale l’uso di inserire una sorpresa all’interno dell’uovo.
Ad oggi esistono numerosi artisti che dipingono su questa magnifica tela, esistono diversi luoghi (li chiamano “eggeries”) in cui possono essere acquistati specifici materiali atti a decorare le uova e il processo artistico in questione ha un nome e cioè “egging”. Negli Stati Uniti D’America si tengono tanti eventi in cui poter trovare questo tipo di Arte e del resto alla Casa Bianca si tiene sempre l’annuale mostra di tali opere la Domenica di Pasqua. Addirittura tali artisti hanno una propria gilda che promuove questo tipo di produzioni artistiche, e stiamo parlando della «The Guild International Egg Art».
Il vecchio detto recita: Meglio un uovo oggi… che una frittata ieri! O forse era una gallina domani? Comunque sia: meglio un uovo oggi, in ogni caso e a prescindere, perché con quell’uovo ci puoi fare dell’Arte, dell’Arte allo stato puro, che sia vera e meravigliosa. L’Arte è dappertutto intorno a Noi, e non bisogna mai smettere di cercarla. Del resto durante la Pasqua è proverbiale la tradizione della famosa Caccia alle Uova nascoste: come quelle piccole nostre amiche, così ogni forma d’Arte può essere celata dietro le tradizioni e gli usi più bizzarri e particolari… in attesa di essere trovata, riscoperta e portata alla luce.
Buona Pasqua a tutti!!!