L’occhio del lupo (Daniel Pennac)

DI ELODIE VUILLERMIN

Un lupo vecchio e guercio vive nella gabbia di uno zoo. Un ragazzo sta in piedi davanti a lui, a fissarlo. E non intende muoversi da lì. Perché ha una storia da raccontare e una da ascoltare.

IL LUPO E L’UMANO

Lupo Azzurro, chiamato così per l’insolito colore del suo pelo, viene dall’Alaska. Aveva una famiglia: la saggia madre Fiamma Nera, cinque fratelli color rosso fuoco e la sorella Paillette, dal pelo dorato. Ha vissuto l’infanzia fuggendo dai cacciatori, gli stessi che hanno ucciso suo padre. Per proteggere la sorella dall’uomo si è fatto catturare e mettere in gabbia. E per il dolore Paillette ha perso la lucentezza del suo pelo e la sua indole allegra.

Il ragazzo, Africa N’Bia, rimane orfano quando danno fuoco alla sua città. Viene affidato a un mercante, Toa, che prova più volte ad abbandonarlo senza successo. Nella sua vita attraversa tre Afriche diverse: una Gialla di sabbia rovente, quella Grigia di sassi ed erba secca, un’altra Verde che pullula di alberi e palafitte di legno. Incontra molte persone e numerosi animali. Arriva infine all’Altro Mondo, la terra civilizzata, dove si ritrova in uno zoo, lo stesso in cui vive il lupo.

Entrambi personaggi ben caratterizzati, avvolti in un alone di mistero, con una storia celata nel cuore e dentro agli occhi. Le illustrazioni di Paolo Cardoni, dal tratto delicato e semplice, riescono a farti immedesimare nella storia, breve ma intensa, quasi sul modello di Sepúlveda.

IL CORAGGIO DI GUARDARE (E DI SOGNARE)

Il nome del ragazzo è Africa, come l’omonimo continente. Indica che c’è un mondo dentro di lui, una storia lunga una vita che sente di voler raccontare a qualcuno. È abituato al ruolo di cantastorie, quella di narrare sé stesso a Lupo Azzurro è una necessità. Perché scegliere proprio un lupo? Perché il ragazzo ha un dono speciale: sa comunicare con gli animali, ne legge le storie, ne capisce i turbamenti. Lo fa con il dromedario che sogna, un vecchio leone, un ghepardo a cui insegna il mestiere del pastore, una iena che cede spesso alla fame, una capra, due cugini gorilla, un coccodrillo e un pappagallo. Nell’istante in cui vede Lupo Azzurro, percepisce subito il dolore celato dietro l’ostinata indifferenza dell’animale. Ecco perché sceglie di restare lì, davanti alla sua gabbia, a fissarlo per ore.

Ma Lupo Azzurro non è un interlocutore facile da approcciare. Ha sempre odiato gli uomini. Fugge da loro da quando era cucciolo. Non si interessa a loro, nemmeno quando viene catturato e diventa una loro attrazione. Eppure l’insistenza di Africa lo obbliga a tenerlo in considerazione, ad accorgersi della sua esistenza. Il ragazzo è particolare rispetto agli altri umani: ha comportamenti insoliti, una saggezza da adulto e non ha paura del lupo. Non distoglie mai lo sguardo da lui, è l’unico modo per capirlo davvero.

Di occhi, Lupo Azzurro ne ha uno solo aperto. Africa, il ragazzino, li ha entrambi e per solidarietà chiude lui stesso un occhio. Quello scambio di sguardi segna l’inizio di tutto, l’incontro tra due mondi in contrasto: umano e animale, caldo e freddo. Ma il loro rapporto non è il classico tra predatore e preda. Nel loro modo di stare l’uno di fronte all’altro, occhio nell’occhio, iniziano a guardarsi dentro e a conoscere le reciproche storie. Non c’è bisogno di raccontarsi nulla. Quelle storie non si descrivono a parole, le vedono e le vivono. Pochi istanti e lo zoo non esiste più; così come il ragazzo si ritrova tra le colline innevate e le rocce aguzze, allo stesso modo il lupo viaggia tra le sabbie del deserto, l’arida steppa e la foresta pluviale. È una discesa nell’anima e nei ricordi. Un viaggio mistico e surreale.

Gli occhi del lupo e del ragazzo hanno visto molte cose. Mondi diversi, gioie, disgrazie, fatiche, famiglia e molto altro. La differenza è che Lupo Azzurro ha tenuto il suo occhio chiuso per dieci anni non per cecità, piuttosto per paura e diffidenza. Ha smesso di credere nel mondo e di sperare. Finché non si scopre una verità su Africa: anche lui ha avuto un occhio cieco per un breve tempo, a seguito di un incidente, ma ha potuto riaprirlo. E proprio per questo può insegnare al lupo che il mondo vale la pena di essere guardato con entrambi gli occhi. Anche nelle disgrazie si possono trovare le bellezze che questa vita ha da offrire. C’è ancora spazio per sognare e sperare in qualcosa di meglio, per non cedere alla noia, per ridere ancora come faceva Paillette. Perché il lupo non è più solo.

È vero: ora c’è quel ragazzo. Agli animali d’Africa, ha raccontato del Grande Nord. A Lupo Azzurro ha raccontato delle tre Afriche.

E tutti si sono messi a sognare, anche quando non dormono.

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