Il Gatto con gli Stivali 2- L’ultimo desiderio

DI GIOSUE’ TEDESCHI

Che dire, sono felice sia finalmente chiaro a tutti che i film per bambini non devono essere film da bambini. 

Sì la storia è semplice e così i personaggi. Ma i significati che racconta non sono così banali.

Così come non è banale, anzi fa la sua bella figura, l’utilizzo in parallelo di effetti 2d e 3d. Danno una certa dinamicità al film che altrimenti mancherebbe. A volte sottolineano una situazione comica e altre fanno sembrare dentro un videogioco – che anche fa ridere se ti capita di considerare che sei al cinema. 

Lo stile dei disegni è piacevole e unito alla tenerezza dei personaggi crea un film accogliente e veloce. Quasi non mi sono accorto della durata, e a ripensarci sembra ancora più breve.

Secondo me ci sono tre punti fondamentali in questo film tra tutti quelli trattati. Quindi proverò ad approfondire quelli che penso essere gli aspetti principali di un discorso piuttosto sfaccettato sullo scegliere i propri obiettivi.

1. Ci sono dei desideri sbagliati.

Questo viene impersonato da Big Jack Horner, un bambinone che non è cresciuto diventando adulto. Chissà come è riuscito a rimanere un irritante e viziato amoralista per tutta l’infanzia e l’età adulta. 

Nonostante avesse tutti i mezzi per realizzare il suo desiderio a quanto pare il fato ha voluto che lui non ci riuscisse. Perché? C’è una sorta di giustizia divina? É stato troppo cattivo per realizzare il suo desiderio? Perché bisogna essere buoni per vedere realizzati i propri desideri? Chi dice che l’impegno e la determinazione, qualità che lui senz’altro aveva, non bastano per ottenere ciò che si desidera?

Perché è dovuto morire poi? Il suo desiderio era di possedere tutta la magia del mondo, perché non ha avuto un arco di redenzione in cui si rende conto di possedere già qualcosa come il 90% di tutti gli oggetti magici del mondo? Perché non si è reso conto che il suo vero desiderio era un altro, come hanno fatto tutti gli altri personaggi?

Nessuno tifava per lui ovviamente. Era chiaramente il cattivo, un uomo crudele e senza scrupoli che non è mai riuscito ad apprezzare ciò che aveva. Ma bisogna forse meritarsi i propri desideri?

Oppure ci sono dei desideri sbagliati? Cosa c’è di male nel desiderare tutta la magia del mondo? Certo è egoistico, ma non lo è anche chiedere più vite? Non lo è anche abbandonare chi ti ha cresciuto in favore di una “vera famiglia”?

2. Hai una sola vita da vivere davvero.

Questo è invece il Gatto. Immagino che alcuni possano essere un po’ invidiosi della possibilità di questi magnifici animali di vivere, qui nel senso più letterale, nove vite. Però il film ci ricorda che si vive una volta sola, non importa quante vite tu abbia a disposizione. 

Anzi notiamo come la Morte stessa voglia assicurarsi che tu viva una volta sola. Perché mentre il Gatto sprecava le sue vite la morte non si è mai affacciata a fargli notare i suoi errori – eppure avrebbe di certo potuto se avesse dato valore alla vita in sé. Solo quando il Gatto è arrivato alla fine questa compare e si decide a metterlo di fronte alla dura realtà. 

E quando si trova a considerare la situazione per quanto sia difficile lasciar andare una vecchia idea di sé il Gatto certamente capisce ciò che la Morte sta dicendo, e di tutte le sue vite vive veramente solo l’ultima. Servono davvero otto vite per capire che ne abbiamo una sola? A molti di noi no fortunatamente, a quel Gatto a quanto pare sì. 

Non ci viene detto quante vite rimangono a Kitty, penso ce lo siamo chiesti tutti però. A pensarci non è così importante, se avrà imparato dal Gatto saprà che quella che conta è solo una. Conta poco quante ne rimangano. 

Forse, vista in questo modo, non viviamo molto di più di una farfalla. 

3. Ciò che desideri devi realizzarlo da te. 

Alla fine il desiderio offerto dalla stella viene strappato. Nessuno lo esprime. Nessuno ne è degno? Perché avere la possibilità di un desiderio se tanto poi va scartata? Perché un meteorite a forma di stella dovrebbe venire a schiantarsi sulla terra e restarci per così tanto tempo solo per poi tornare da dove era venuto senza cambiare niente? É stato forse un sogno? Solo dai sogni ti svegli per tornare a un realtà uguale a prima di addormentarti.

Tutti coloro che la inseguivano per un desiderio si rendono conto che ciò che volevano fosse realizzato da una forza magica ed extraterrestre in realtà era a un passo da loro. Era un cambio di prospettiva. Guardare con occhi diversi la stessa situazione ed arrivare alla felicità. Essere contenti di quello che si ha, stiamo ripetendo questa idea?

Io credo di no. Penso che il messaggio sia com’è difficile apprezzare quello che si ha quando è così facile il confronto con l’idea di come dovrebbe essere. 

Forse parte della risposta è da trovare nel viaggio. Il significato della stella sarebbe dunque quello di far vivere ai personaggi un’avventura che gli permette di realizzare questo cambiamento in sé stessi. Di sé stessi. 

Il mondo in cui vengono catapultati giunti alla stella è qualcosa di diverso dal loro mondo normale. Non solo, cambia per ciascuno; che sia il mondo interiore? Che sia un viaggio all’interno di loro stessi quello che stanno compiendo? Durante il viaggio capiterebbe dunque a ciascuno di fare un pezzo di strada nel mondo interiore di qualcun altro perché a tutti è capitato di tenere la mappa. 

Sarebbe dunque un accenno all’importanza della comunicazione? Alla necessità di camminare – non solo nelle scarpe – ma negli occhi altrui, per capire loro e sé stessi?

In ogni caso un film confortevole, da guardare quando ci si sente un po’ giù e si dedica una serata a sé stessi. 

Mercuzio and Friends è un collettivo indipendente con sede a Torino.

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