Easter Egg, Capitolo 7 – Redenzione

DI ANDREA RAPELLI

Il Playstation Plus Extra di questo mese dà la possibilità agli abbonati di giocare l’action-RPG open world Cyberpunk 2077 e ci ricorda quanto il lancio di un videogioco sia un momento cruciale. Alcuni titoli riescono a lasciare subito il segno, mentre altri vengono rilasciati sul mercato piagati da bug, contenuti mancanti e promesse disattese. Ci sono giochi che, condannati all’oblio, vengono abbandonati in fretta dai giocatori e poi dagli stessi sviluppatori. Eppure, non sempre è così: alcuni sviluppatori scelgono di tirarsi su le maniche, affrontare le critiche e trasformare un fallimento in un successo. Oggi vedremo insieme i casi più emblematici di redenzione videoludica.

(Cyberpunk 2077: Phantom Liberty)

Cominciamo proprio con Cyberpunk 2077, uscito a dicembre 2020 e sviluppato da CD Projekt RED. Uno dei lanci più attesi degli ultimi anni si trasformò in un incubo. Su PS4 e Xbox One, bug, glitch, crash e performance pessime rendevano il titolo praticamente ingiocabile, al punto che Sony si vide costretta a rimuoverlo temporaneamente dal PlayStation Store. L’IA dei nemici era povera e le promesse sul mondovivo” non erano state rispettate. CD Projekt RED si scusò pubblicamente, rimborsando i giocatori e lavorando per anni a patch correttive che migliorassero gameplay, IA e interfaccia di gioco. Dopo aver ascoltato il feedback della community e aver rilasciato un’ottima espansione (Phantom Liberty) che ha ridato lustro al titolo, CD Projekt RED è riuscita a rendere Cyberpunk 2077 quello che avrebbe dovuto essere al day one e a riguadagnarsi, almeno in parte, la fiducia dei giocatori.

(Star Wars: Battlefront II)

Quando venne rilasciato nel novembre 2017, Star Wars: Battlefront II era attesissimo: la promessa era un grande FPS multiplayer ambientato nell’universo di Guerre Stellari, con tutti i personaggi, veicoli e pianeti amati dai fan. Il titolo si proponeva come un remake dell’omonimo gioco che nel 2005 aveva appassionato sia critica che pubblico. Peccato che al lancio il gioco fosse rovinato da invasive microtransazioni pay-to-win e da un sistema di loot box casuali che influenzava direttamente le performance di gioco. Il backlash fu immediato e il danno d’immagine enorme. Star Wars: Battlefront II divenne il simbolo della mercificazione aggressiva nei videogiochi; il caso arrivò fino ai parlamenti di alcuni Paesi, che vietarono certe forme di loot box. EA e gli sviluppatori di DICE furono costretti ad agire rapidamente: le microtransazioni vennero disattivate e le loot box sostituite con un sistema di progressione basato sulle prestazioni dei giocatori. Tramite numerosi aggiornamenti gratuiti, vennero ampliate le modalità co-op e single-player e introdotti eventi stagionali con nuove mappe e personaggi. Ci sono voluti anni, ma il gioco è riuscito a riscattare la propria reputazione nel tempo, mantenendo ancora oggi una community attiva, soprattutto su console, nonostante la fine del supporto al gioco avvenuta nel 2020.

(No Man’s Sky)

Al momento del lancio, nell’agosto 2016, No Man’s Sky venne accolto con una pioggia di polemiche. Hello Games, un piccolo studio indie, aveva promesso che la generazione procedurale del gioco avrebbe garantito esplorazione spaziale infinita, interazioni con altri giocatori, biodiversità e commercio interplanetario. La realtà fu ben diversa: un gioco vuoto, ripetitivo, senza multiplayer e con meccaniche poco profonde. Le accuse di pubblicità ingannevole furono così forti che persino l’ente britannico per la pubblicità (ASA) aprì un’indagine. Gli sviluppatori, invece di abbandonare il progetto, si chiusero in un silenzio operativo e rilasciarono oltre venti aggiornamenti gratuiti, introducendo finalmente multiplayer, missioni narrative strutturate, veicoli, basi spaziali, spedizioni, modalità VR, migliorie alla grafica e alle performance. Oggi No Man’s Sky è considerato uno dei migliori esempi di redenzione videoludica. Ha una community fedele e riceve regolarmente nuovi contenuti, diventando esempio di resilienza e impegno etico.

(The Elder Scrolls Online)

Dopo il grande successo di The Elder Scrolls V: Skyrim, Bethesda decise di ampliare la propria saga fantasy affidando a ZeniMax lo sviluppo di una versione MMORPG. Al lancio, nell’aprile 2014, The Elder Scrolls Online venne tuttavia considerato dai fan un tradimento dello spirito della serie. L’esperienza MMO era generica, le quest noiose, il combat system rigido e poco impattante, le performance tecniche altalenanti, il tutto coronato da un anacronistico modello di abbonamento mensile. ZeniMax e Bethesda operarono una trasformazione graduale, ma radicale: nel marzo 2015 rilanciarono il gioco con il sottotitolo Tamriel Unlimited, rimuovendo l’abbonamento obbligatorio e apportando diversi miglioramenti alla componente ludica. Dal 2016, il gioco venne aggiornato regolarmente con espansioni (chiamate “capitoli”), contenenti nuove quest, zone e classi, e il sistema “One Tamriel”, che permetteva ai giocatori di qualunque livello di esplorare l’intero mondo di gioco senza restrizioni. Nel tempo, The Elder Scrolls Online si è trasformato in un grande successo commerciale, diventando uno degli MMO attivi più giocati e supportati; una vera e propria rinascita, ottenuta con pazienza e cura, che ha infine reso il gioco degno del proprio nome.

(Final Fantasy XIV: A Realm Reborn)

Final Fantasy XIV, nella sua versione originale uscita a settembre 2010, era un MMORPG afflitto da problemi tecnici, missioni ripetitive, un’interfaccia ostica e un mondo di gioco privo di profondità. Il backlash fu così forte che Square Enix lo chiuse completamente nel 2012. Invece di arrendersi, il team decise di ricostruire tutto da zero. Grazie a uno sforzo senza precedenti sia in termini finanziari che umani (oltre 250 persone), Square Enix realizzò, in poco più di un anno, un nuovo motore grafico maggiormente scalabile, accompagnato da un netcode decisamente più efficiente. Nacque così, sotto la guida del nuovo director Naoki Yoshida, Final Fantasy XIV: A Realm Reborn, un reboot completo, con una nuova trama, un motore grafico migliorato, un nuovo sistema di combattimento e un’interfaccia rinnovata, che venne rilasciato nell’agosto del 2013. Oggi Final Fantasy XIV è uno degli MMORPG di maggior successo al mondo, con milioni di abbonati attivi, numerose espansioni di qualità e un’ottima reputazione. Un esempio magistrale di come un fallimento totale possa trasformarsi in un trionfo.

Tutti questi esempi dimostrano che il fallimento non è definitivo. Ciò che conta è reagire nel modo giusto: ammettere i propri errori, ascoltare la community, investire risorse reali e agire. In un settore competitivo come quello videoludico, la redenzione è possibile, ma richiede trasparenza e lavoro costante. E il pubblico, se vede sincerità e impegno, sa perdonare. Easter Egg si prende una pausa estiva. La rubrica tornerà a settembre. Buone ferie!

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