Maggiordomi demoniaci nell’Era Vittoriana: Black Butler

DI ORIANA FERRAGINA

Non ricordo la prima volta che ho sentito nominare il manga e connesso anime di Black Butler, né chi me ne avesse parlato per primo. So solo che, nonostante la trama mi interessasse, non ho mai trovato il tempo (e la voglia) di iniziare né a leggere il fumetto, né a vedere la sua rappresentazione animata; fino al 2023, almeno, quando, accettando finalmente il consiglio della mia amica Eleonora, ho iniziato a vedere l’anime in streaming. E, dopo un inizio un po’ lento, devo ammettere che adesso comprendo le numerose lodi che ho sentito tessere in merito alla storia incentrata su Ciel Phantomhive e il suo fido maggiordomo demoniaco Sebastian Michaelis.

La prima puntata dell’anime, tratto dall’omonimo manga di Yana Toboso uscito in Giappone nell’ottobre del 2006 e arrivato in Italia solo il 24 aprile 2011, è andata in onda per la prima volta (sempre nel Paese del Sol Levante) il 2 ottobre 2008.

La trama è la seguente: dopo che un misterioso incendio ha distrutto la villa di famiglia e dopo essere stato rapito da una setta che lo ha torturato e offerto in sacrificio ad un demone, il giovane conte Ciel Phantomhive decide di stringere un patto proprio con il demone che la setta ha evocato e, in cambio della sua anima, Ciel chiede al demone di aiutarlo a capire chi ha orchestrato la morte dei suoi genitori. Quindi, dopo avergli dato il nome di Sebastian Michaelis e aver organizzato il suo ritorno dal mondo dei morti, Ciel inizia ad indagare; purtroppo, però, nel mentre che fa ciò deve sottostare agli ordini della regina Vittoria: questo perché il lord dei Phantomhive è detto Cane da Guardia della Regina, in quanto gli vengono affidati indagini o missioni nelle quali la polizia non riesce a cavare un ragno dal buco, perché per lei trattasi di casi irrisolvibili.

Tra attentati alla sua vita, i suoi tre domestici che più che occuparsi della casa cercano ad ogni piè sospinto di distruggerla, e nuovi misteri da risolvere che non può rifiutare in quanto affidatigli dalla regina, riuscirà Ciel a scoprire la verità dietro la morte dei suoi genitori?

La prima serie tratta dei primi due archi narrativi del manga, tuttora ancora in corso, ovvero il Red Butler Arc e l’Indian Butler Arc, rispettivamente l’Arco del Maggiordomo Rosso e l’Arco del Maggiordomo Indiano, di cui il primo, tra l’altro, si occupa del caso di Jack lo Squartatore, che non può non venir trattato in un’opera ambientata nell’epoca vittoriana.

Questo per quanto riguarda la prima parte dell’anime; la seconda parte, infatti, devia dal corso canonico degli eventi e sfocia in una conclusione alternativa rispetto a quella del manga. La serie, anche nella seconda stagione, porterà avanti questo filone narrativo per poi però tornare sui suoi passi nella terza, che inizia dopo la fine dell’Arco del Maggiordomo Indiano e riprende a seguire le vicende raccontate nella controparte cartacea.

L’anime non è mai stato doppiato in italiano e, perciò, esiste solo nella forma giapponese con sottotitoli in italiano che, in questa prima serie, sono curati e ben leggibili, con una sintassi e una grammatica ottime. 

Parlando di cose fatte bene e con precisione, anche le colonne sonore sono curate alla perfezione e non sono quelle che mi sarei aspettata da una serie ambientata nell’Era Vittoriana: la sigla di apertura ha un che di spagnoleggiante, con un testo che, se leggi la traduzione gentilmente offerta, ti fa commuovere e porta a chiederti, allo stesso tempo, se non ti stai per guardare uno yaoi (ovvero manga con protagonista una coppia gay), invece che uno shōnen (ovvero manga per ragazzi). Si parte con un inizio in chitarra acustica, per poi passare ad una chitarra elettrica a metà della prima strofa, lasciandosi indietro il tema acustico per entrare nel rock-pop a gamba tesa; rock-pop è anche la prima sigla finale che, se comparata alla seconda sigla finale, ha un effetto straniante, visto che il secondo brano è sulla falsariga di un pezzo lirico, con testo in giapponese tranne per una parola, in italiano, che dà il nome anche al brano, ovvero “Lacrimosa”, cantata dalle Kalafina, che sono abituate a questo genere di mix. Inoltre, all’interno dello stesso anime, sono presenti vari brani in stile operistico cantati in italiano e tedesco, appositamente composti per l’anime, oltre a vari pezzi di opere liriche famose.

È particolare da notare il fatto che la musica lirica italiana venga omaggiata molto in “Black Butler”, nonostante la fine che fanno fare ai vari personaggi italiani introdotti in questa prima serie: annichiliti dall’astuzia di Ciel e dalla maestria di Sebastian, nel mentre che cercano di fregare in qualche modo il giovane (ma non sprovveduto) conte della famiglia Phantomhive.

Un’altra particolarità sulla musica che vorrei far notare è legata a quanto avviene nella seconda parte dell’anime, dove vengono usate molte musiche simili al filone delle Messe da Requiem, che ben si accostano al tema che viene introdotto dopo i primi due archi canonici della prima stagione.

Inoltre, non posso non citare il fatto che nell’anime si usi la famosa canzoncina per bambini “London Bridge Is Falling Down”, di tradizione tipicamente inglese, e di cui il motivetto musicale sarà il punto focale di due episodi, per poi tornare verso la fine.

Ma la serie è piena di riferimenti british: dal motivetto di cui sopra, al Royal Warrant, fino ai vari gusti di tè tipicamente inglesi che vengono serviti da Sebastian a Ciel in compagnia dei vari tipi di dolci di cui il protagonista va ghiotto.

In conclusione, questo è l’anime perfetto da guardare nella stagione invernale: non solo perché una parte della prima stagione è ambientata sotto Natale, ma perché è una serie ottima da gustare assieme ad una tazza di tè caldo con biscotti al burro, facendo compagnia a Ciel nella degustazione di questa bevanda che è diventata l’emblema della Gran Bretagna.

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