Detective Conan: il più famoso tra i manga gialli

DI ORIANA FERRAGINA

Detective Conan è un manga poliziesco creato dalla penna di Gosho Aoyama e pubblicato per la prima volta, in Giappone, il 19 gennaio 1994. Venne portato sul piccolo schermo, sotto forma di anime, l’8 gennaio 1996 ed è tutt’ora in corso, con oltre 1000 episodi (1083, attualmente in Giappone) divisi in 31 stagioni, 26 film, svariati OAV, un drama televisivo e due film crossover con Lupin III.

La storia è incentrata su Shinichi Kudo, giovane studente liceale che vorrebbe diventare un detective come il suo idolo cartaceo, Sherlock Holmes. Come il suo idolo cartaceo, inoltre, è un consulente della polizia di Tokyo, che lo interpella quando hanno bisogno di aiuto in qualche caso difficile. Grazie a questo, Shinichi è molto famoso in Giappone e ha ottenuto vari nomignoli: “Salvatore della Polizia Giapponese” e “Heisei Holmes” sono solo due dei molti affibbiatigli dalla stampa.

Un giorno Shinichi porta la sua amica d’infanzia Ran Mori ad un parco divertimenti per festeggiare la sua vittoria nel campionato di karate e lì, dopo aver risolto brillantemente un omicidio passionale, segue due loschi figuri in nero, riuscendo a vedere il più massiccio dei due, col nome in codice di Vodka, avere una transazione con un famoso politico per delle foto compromettenti. Il ragazzo non si accorge dell’altro uomo in nero, Gin, che gli si avvicina alle spalle e lo colpisce in testa con una mazza, tramortendolo.

Visto che la polizia si trova ancora lì vicino per l’omicidio appena commesso, Gin decide di sbarazzarsi di Shinichi usando un nuovo veleno creato dagli scienziati della loro organizzazione, facendogli ingoiare, perciò, a forza, la misteriosa pillola.

Il ragazzo, appena ingoiato il misterioso veleno, inizia a provare un dolore lancinante in tutto il corpo, come se le sue ossa si liquefacessero e, dopo poco, sviene per il dolore. Quando rinviene, si trova circondato dalla polizia e pensa, quindi, che il veleno non abbia funzionato, di essere sopravvissuto e di poter, perciò, denunciare i due criminali e il politico corrotto alle autorità. Ben presto capisce che così non sarà, quando un agente lo chiama “piccoletto” e lo solleva con facilità da terra.

Arrivato alla stazione di polizia, Shinichi tenta comunque di denunciare l’accaduto, tra le risa dei poliziotti intorno a lui, fino a quando non si guarda allo specchio e si rende conto finalmente di cosa sia successo: si è rimpicciolito, ritornando all’aspetto che aveva quando andava alle elementari.

Prima che la polizia possa contattare i servizi sociali, Shinichi scappa e corre a casa, dove non riesce nemmeno ad aprire il cancello principale della sua magione. Per sua fortuna, nella casa a fianco esplode qualcosa e il suo proprietario esce fuori: è l’amico di famiglia dei Kudo, Hiroshi Agasa, inventore pazzo che, all’inizio, non crede che il bambino di fronte a lui sia Shinichi, fino a quando il ragazzo non gli dice cose che solo il vero Shinichi sa.

Dopo averlo aiutato ad entrare in casa sua, il professor Agasa ascolta il racconto di Shinichi e gli consiglia di non andare alla polizia, sospettando che, se sono riusciti a corrompere un politico, non ci sono dubbi che l’organizzazione sia molto più potente di quanto possa immaginare Shinichi e che si possa essere infiltrata anche nei ranghi della polizia e, se scoprissero che il giovane detective è sopravvissuto, potrebbero tornare a finire il lavoro e uccidere tutte le persone più care a lui per essere sicuri che nessuno sappia la verità.

Prima che i due possano discutere una strategia sul da farsi, però, Ran arriva a casa di Shinichi: lei lo sta cercando, dato che ha avuto un brutto presentimento dopo che l’amico l’ha lasciata sola al parco divertimenti. Così il professor Agasa cerca una scusa sul perché il ragazzo detective non sia in casa. Intanto Shinichi, nascosto dietro la scrivania nella biblioteca, indossa i vecchi occhiali del padre e, dopo essere stato scoperto da Ran, si presenta alla sua amica d’infanzia dicendole i primi due nomi che gli vengono in mente: Edogawa Conan

Agasa trova un modo per aiutare Shinichi a continuare le sue indagini sui misteriosi uomini in nero pur mantenendo la sua identità segreta e così chiede a Ran di occuparsi di Conan al posto suo, visto che, con il lavoro che fa, non è sicuro per un bambino stare a casa sua.

Shinichi all’inizio è riluttante, dato che ha una cotta nei confronti della sua amica Ran e ha paura che lei, con il tempo, riesca a risalire alla sua vera identità, ma Agasa lo rassicura e lo convince dicendogli che, con il lavoro che fa il padre della ragazza, sarà molto più semplice per lui indagare sull’organizzazione misteriosa: Kogoro Mori è, infatti, un investigatore privato.

Così Shinichi, ora Conan, decide di andare a vivere con Ran per poter scoprire la verità su chi lo ha ridotto ad un bambino di sette anni e, forse, riuscire a trovare un modo per ritornare alla sua vera età.

La trama degli episodi è semplice e abbastanza ripetitiva: Conan va in un posto e un omicidio avviene davanti a lui, o Kogoro viene chiamato su una scena del delitto per fare da consulente, o, in rari casi, Conan viene chiamato per risolvere un enigma di Kaito Kid, ladro fantasma e personaggio ricorrente della serie.

Conan inizia a raccogliere indizi e poi, con l’aiuto dei gadget inventati dal professor Agasa, risolve il caso: di solito grazie al suo orologio spara dardi soporiferi per far addormentare o Kogoro o Sonoko Suzuki (altro personaggio ricorrente della serie) e poi utilizza il suo farfallino per cambiare la sua voce in quella della persona che ha appena addormentato.

Il manga è un mix tra episodi filler e continuazione di trama, anche se negli ultimi anni c’è stato un leggero incremento della seconda parte e un leggero calo degli episodi filler.

Non si può dire la stessa cosa della serie anime, di cui una stagione consiste di un terzo di episodi tratti dal manga e il restante di episodi filler creati ad hoc per la televisione.

Ho iniziato a guardare l’anime quando avevo solo quattro anni, innamorandomi del personaggio principale all’istante, molto probabilmente perché, come me, indossava gli occhiali, anche se a lui non servono per vedere ma per nascondere la propria vera identità (un po’ come Superman).

Anni dopo ho iniziato di nuovo a guardarlo e ho confermato la mia passione per la serie, iniziando, nel contempo, a leggere il manga di cui mia madre mi aveva comprato i primi quattro volumi, edizione Star Comics, al Salone del Libro di Torino (all’epoca ancora non esisteva il Torino Comics).

Con gli anni la mia passione per la serie si è attenuata, ma questo non vuol dire che Conan non abbia ancora un posto speciale nel mio cuore e che proprio lui non mi avesse, per un certo periodo della mia giovinezza, spinta a pensare di voler diventare detective anch’io. Un fatto che adesso mi fa sorridere: Conan mi aveva ispirato e fatto sognare di diventare un detective proprio come la serie Sherlock Holmes ha ispirato Shinichi a diventare un detective.

Un altro fatto curioso: la passione di Shinichi per le opere di Sir Arthur Conan Doyle mi ha spinto a comprare la serie completa dei libri del detective londinese edito Newton Compton Editori e mi sono ritrovata appassionata nella lettura del cinico detective e del suo coinquilino e veterano di guerra, il Dottor John Watson. Anche se non ho ancora trovato il tempo per finire tutte le storie di Holmes e Watson. E forse è proprio da Shinichi che ho ricevuto la passione e il desiderio di vedere ogni incarnazione sullo schermo di uno dei detective più famosi del genere letterario giallo.

Sta di fatto che la mia passione per le serie TV poliziesche e i film gialli deriva, molto probabilmente, da questa serie che reputo fantastica e ben scritta, anche se alcune scelte dell’autore mi fanno ricredere sulla mia decisione di definire questo manga il mio preferito tra tutti quelli che ho letto nella mia vita.

E, grazie a questo articolo che ho scritto, ho riscoperto un po’ della passione che mi prendeva quando leggevo le avventure di Shinichi: il brivido di leggere le indagini del Grande Detective fino a quando non scopriva la verità e risolveva il caso.

Se si è amanti dei gialli e delle serie spionistiche, questo è il manga che fa per voi, con molti colpi di scena e identità segrete a palate (alcuni personaggi hanno addirittura tre identità!).

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