DI ORIANA FERRAGINA
È una nozione comune e ben fondata: più leggiamo, più impariamo qualcosa. Normalmente, però, quando si afferma che leggendo si impara qualcosa, il pensiero delle persone va ai testi scolastici, alla saggistica o a libri di questo tipo; ovvero, al mito di tomi polverosi e molto noiosi da leggere. Ma non sempre la conoscenza si nasconde solo nei libri scolastici e nei mattoni di saggistica noiosi e, molto spesso, aridi nel contenuto. Alcune volte, sorprendentemente, conoscenza e nozioni nuove si possono trovare in luoghi impensabili e inaspettati, come, per esempio, nelle pagine di un manga.
Non ci credete? Continuate a leggere e vi ricrederete di certo.
Iniziando a fare esempi concreti, prendiamo il manga di “Detective Conan”: la storia, per chi non ha letto il manga in questione o non ha mai visto una puntata dell’anime, è quella di un liceale del secondo anno, Shinichi Kudo, che, dopo aver assistito ad uno scambio di soldi tra un politico e un losco figuro in nero, non si accorge del compare che gli si avvicina alle spalle e che lo tramortisce, per poi fargli ingerire un veleno sperimentale inventato da uno degli scienziati della loro organizzazione misteriosa. Il veleno, però, non uccide Shinichi, ma lo rimpicciolisce a un bambino delle elementari. Il liceale, per poter scoprire qualcosa di più sugli uomini in nero che lo hanno ridotto così, decide di cambiare identità e trasferirsi a casa della sua amica di infanzia Ran Mori e del padre Kogoro, detective privato, con l’identità fittizia di Conan Edogawa (per una recensione più approfondita del manga e dell’anime, andare all’articolo recensivo: Detective Conan – il più famoso tra i manga gialli).

Ritornando al discorso principale, nel manga sopracitato si possono imparare molte cose che, leggendone la trama, non penseremmo possano essere incluse nelle pagine di una storia che tratta principalmente della risoluzione di omicidi e rapine in banca. Ma già dalle prime pagine del fumetto giapponese ci rendiamo conto che l’autore, Gosho Aoyama, fa ricerche approfondite su tutti gli aspetti descritti nelle sue storie e riesce, con precisione e acutezza mentale, ad inserire informazioni che, se applicate con perspicacia dal lettore, possono essere usate nella vita quotidiana.
Ad esempio: in un caso, ambientato in ospedale, uno dei personaggi della storia spiega alle sue amiche come riuscire a eliminare le tracce residue di tè dalle tazze di ceramica, informandole che basta usare un po’ di bicarbonato sulle aree scure che la bevanda lascia sulla ceramica bianca per farle andare via. Ora, incuriosita e con niente da perdere, ho provato io stessa il metodo spiegato nelle pagine del manga e posso confermare che funziona egregiamente contro questo tipo di macchie.
Un altro esempio di conoscenza che può essere usato nella vita quotidiana è quello che viene spiegato in un altro episodio del manga, dove Conan spiega come si può, con l’aiuto di un po’ di sale o, comunque, di un reagente in polvere che si scioglie facilmente nei liquidi, far gasare una birra sgasata, dando l’impressione di bere cinque o sei bicchieri di birra quando, invece, si sta bevendo sempre lo stesso bicchiere di birra da più di un’ora. Questo trucco può essere utile se non ci si vuole ubriacare ma dare l’impressione di reggere molto l’alcol, anche se, personalmente, non l’ho messo in pratica nella mia vita quotidiana (il pensiero di rovinare un bicchiere di birra con del sale mi fa rabbrividire).
Sempre in Detective Conan, inoltre, si ha uno spaccato di come è divisa (in parte) la polizia in Giappone, con Conan che spiega le funzioni della prima e seconda divisione della polizia: la prima si occupa prevalentemente di omicidi, mentre la seconda si occupa di furti e bande di gangster.
O, ancora, nel manga (e, conseguentemente, nell’anime), veniamo a conoscenza di come funzionano molti trucchi di magia: dai più semplici con le carte ad alcuni strabilianti come la camminata nel cielo che compie uno dei personaggi ricorrenti della serie in uno dei suoi tentativi di furto (il personaggio in questione è un ladro molto famoso, nel mondo del manga/anime). Sempre riguardo alla magia, si scopre che i prestigiatori effettivamente seguono delle regole, per quanto non sembri così in un primo momento: le tre regole di Thurston.
Howard Thurston era un prestigiatore che operava in Europa all’inizio del XX° secolo e che ha teorizzato le tre regole fondamentali per fare in modo che il pubblico non scoprisse mai il trucco delle magie del mago o maga in questione. Le regole sono le seguenti: primo, un prestigiatore non deve mai rivelare il trucco dietro la magia da lui usata; secondo, non bisogna mai spiegare il fenomeno che sta per verificarsi prima di presentare un gioco di prestigio perché farebbe diminuire la sorpresa, togliendo l’imprevedibilità; terzo, non si deve mai ripetere lo stesso gioco di prestigio due volte davanti allo stesso gruppo di persone, dato che, se si ripete solo una volta il trucco, questo si impressiona nella mente dello spettatore come una sorta di miracolo grazie alla forte impressione che suscita. Invece, se si ripete più e più volte lo stesso trucco davanti agli stessi spettatori, presto questi ultimi cercheranno di capire il trucco, facendo calare l’attenzione del pubblico su quello che vuole trasmettere il mago e levando alla magia il divertimento nell’osservare qualcosa di strabiliante avvenire davanti ai nostri occhi.
Potrei continuare a fare esempi infiniti di quanto ho imparato leggendo le avventure di Conan (il significato dietro feste tradizionali giapponesi, miti e racconti delle creature magiche del Giappone, primo soccorso), senza aggiungere quanto ho imparato dai molti manga di cui sono appassionata, ma penso di essere riuscita a spiegare a sufficienza cosa volevo esporre: non sempre la conoscenza ci arriva studiando libri di scuola e spesso è più facile apprendere da una fonte non ufficiale, come manga, anime, ma anche libri fantasy e di fantascienza.

Per fare un ultimo esempio, sono riuscita a capire la teoria fisica della conservazione dell’energia e della massa grazie ai libri di Eragon e la magia che viene spiegata nelle sue pagine, confondendo, d’altra parte, la mia compagna di classe che stava cercando di spiegarmi la stessa teoria quando ho cercato di fare il collegamento tra la fisica classica e il libro fantasy sulle avventure del cavaliere dei draghi.
Quindi, quando vi dicono che perdete solo il vostro tempo a leggere stupidaggini come manga, fumetti o libri fantasy e di fantascienza, ricordatevi che si può imparare sempre qualcosa dalle fonti più impensabili.
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