DI GIOSUE’ TEDESCHI
Ed eccoci con la quarta e ultima stagione di Sex Education. Al contrario di quanto temevano alcuni, non c’è stato lo scivolone finale e anzi, a mio parere, chiude in bellezza. Se stavi sperando in una quinta stagione perché questa ti ha emozionato o ti chiedi come mai io sia certo che non ci sarà, senza stare a ripetere, questo articolo spiega perché.
Addentriamoci dunque nei temi di questo finale di storia; ci sono un sacco di cose di cui parlare. Questo perché succede di tutto e di più.
Intanto adoro il mini riassunto iniziale. La madre di Otis che ci spiega in poche parole tutto ciò che è successo nella precedente stagione e ci informa sui problemi più caldi di quella che sta per iniziare è semplicemente perfetta.
Questa è una stagione fortemente incentrata sui personaggi e quindi dovremo, con sommo gaudio, parlare di ciascuno di loro individualmente.
Iniziamo con le impressioni dopo il primo episodio, senza un ordine particolare, da Otis. Adesso ha una sorellina e un’agguerrita e valida competitor nella nuova scuola per il posto di “sessuologo degli studenti”. Si chiama O, e non gli permetterà di rubarle il lavoro.
Isaac, il ragazzo sulla sedia a rotelle, è sempre stato un tipo tranquillo ma sembra che abbia un sassolino nella scarpa che non vede l’ora di togliersi. Aimee continua con il suo percorso di guarigione dall’assalto subito sull’autobus. Il sig. Groff, padre di Adam, ha trovato lavoro come supplente alla nuova scuola. Il Cavendish è un posto davvero particolare, un melting pot quasi fuori luogo in una cittadina piccola come sembra essere Moordale. Tuttavia questa estrosità permette di vedere il Cavendish stesso come un personaggio, molto aperto e queer. Maeve sta alla sua scuola magica di gente intelligente in America. È chiaro da subito che il contendente al posto di preferito del prof, Tyron, e lei diventeranno molto vicini. E Otis ne sarà geloso, ovviamente.
La madre di Otis vuole far finta che la gravidanza duri 9 mesi, un po’ sciocco da parte sua. Così torna subito a lavorare mentre si occupa della figlia, da sola, a una stazione radio. Otis la supporterà? Potrebbe persino aiutare il loro rapporto. Adam trova la sua strada nell’apprendistato in fattoria.
Da subito intendiamo che non sarà una serie come le altre. Mi riferisco alla scena, buttata lì quasi per caso, di Groff e Ruby che pranzano da soli nei bagni della scuola. Per quanto inclusiva voglia essere non potrà mai essere un posto per tutti. Come in tutti i luoghi di aggregazione c’è infatti una congrega di studenti che all’inizio non sembra tanto interessante, e nel nome dell’inclusività fa regole per tutti gli altri. Non me li vedo diventare personaggi attraenti, al massimo faranno da spalla nella storia di qualcun altro.
Iniziando mi aspetto che dopo i primi attriti Otis e O andranno d’accordo, forse Otis comincerà a chiedersi se ha senso continuare con la clinica. La verità, palese da subito, è semplicemente che O fa meglio quello che fa Otis.
Un primo episodio veramente intenso e ben costruito. Una bomba di informazioni e cliffhanger che rende impossibile fermarsi dal guardare il secondo. Casomai qualcuno ne avesse intenzione.
Da questo primo episodio impariamo che è buono avere un pilot che presenta tutte le storie e sotto-storie che andrai a sviluppare. Così ci sembra una continuazione naturale vedere Ruby che prova a farsi accettare dal gruppo dei “fighi” della scuola ma viene rifiutata senza appello. Ancora più naturalmente Aimee e Isaac rimangono bloccati in ascensore e introducono, in modo imbarazzantemente ovvio, il tema della disabilità. L’ascensore che si rompe è chiaramente un espediente narrativo, ma fa ridere; quindi non solo lo perdono ma lo promuovo a pieni voti. Al di là di questo, la parte sulla disabilità e l’accessibilità nei luoghi pubblici è trattata molto bene e va dritta al punto senza rallentare il ritmo della serie stessa. Davvero ben fatto.
Trovo molto interessante scrivere serie sugli adolescenti perché è facile definirli attraverso le loro passioni e le loro scelte di vita, che sembrano così tanto più drastiche e importanti di quelle degli adulti. Anche per questo, credo, ridiamo ma sentiamo un nodo alla gola quando veniamo a sapere della tragica dipartita del melone di Aimee.
Vorrei inoltre condividere il mio assoluto shock quando ci viene mostrato un flashback di Ruby!? Tra tutti i personaggi quello che meno avrei pensato sarebbe stato approfondito era proprio lei, e invece eccola qui. In tutta la sua vulnerabilità capiamo senza ombra di dubbio come mai è diventata la Ruby che conosciamo. E comprendendola diventa, da una scena all’altra, una persona diversa. Io scioccato.
Se vi ricordate nello scorso articolo dicevo che la terza stagione parlava della teoria del sesso. Ebbene, approssimandomi al finale, secondo me questa quarta stagione parla della rottura. Anzi, del rompere. Breaking in its truest meaning. Rompere i personaggi e vedere come raccolgono i pezzi.
Il momento di chiarezza per me a questo riguardo è arrivato durante il montaggio stile TikTok di fine sesto episodio. Con montaggio stile TikTok intendo scene brevi di personaggi diversi che si avvicendano velocemente mostrando solo i punti salienti, non intende essere un commento dispregiativo ma solo un’analogia. Tra le cose che questa stagione fa magistralmente bene ci sono i raccordi tra una scena e l’altra, veloci e puliti.
Abbiamo un sacco di cose che si rompono: a partire dal collo di Otis (cammina ancora, tranquillo), Aimee che rompe col suo passato traumatico, il rapporto tra Adam e i suoi genitori che aveva appena iniziato a ricostruirsi, Isaac che dovrà rompere col suo sentirsi disabile (tra l’altro ottima rappresentazione delle strategie di compensazione e della sua personalità), Eric che vuole rompere con la chiesa, ragionandola in inglese “he would like to *break* free”, ovvero *liberarsi* dal peso di nascondere la sua omosessualità al resto della comunità, ma che finisce con il rompere la sua amicizia con Otis. Maeve che è costretta a rompere con sua madre nonché con il suo ego e la sicurezza in sé stessa a causa del professore della scuola in America, Jason Marchetti che deve rompere con l’idea della sua salute ferrea, fondante per la sua personalità. Vivian che viene rotta nella sua integrità e indipendenza da Beau l’ossessionato. Otis, oltre al collo e alla rottura con Eric con cui aveva una relazione importante per lui, dovrà rompere col suo fare il terapeuta che era parte della sua identità; nonché con i traumi legati a sua madre dopo la rottura col marito. Sarah Owen, la terapeuta O, che dovrà rompere con l’idea di sé stessa che si è costruita. La madre di Cal, che sente rompersi il suo rapporto col figlio. Ruby che rompe col passato che la impauriva e ne controllava ogni gesto. La mamma di Otis vuole tenere tutto insieme e invece deve rompere prima con Jakob, poi con la carriera, e infine con la sua stessa sorella.
Nonché rompere con i conflitti inutili; benché siano simili, infatti, rompere una inimicizia non è lo stesso che creare un’amicizia.
Quindi sì: rottura e ricostruzione. Che nella maggior parte dei casi è solo compensazione. Il problema delle cose rotte, quello che le rende speciali, è che non possono mai tornare come prima. Solo essere riparate.
Nella vita le cose si rompono continuamente. E allora la domanda finale è: quanto siamo bravi ad aggiustarle? Siamo in grado di spendere il tempo che serve a fare una riparazione che tenga alla prova del tempo?
Purtroppo alcune cose si romperanno lo stesso, non importa quanto proviamo a tenerle unite. E come dice la canzone finale “Let it be”.
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