L’Augusto Editoriale dell’Augusto Direttore: La Prima delle Sette Arti (PARTE 1) – Parco Archeo Natura a Fiavé

DI ALBERTO GROMETTO

Quando si pensa all’Architettura oggi, ci si sofferma nell’immaginario collettivo su edifici imponenti, grattacieli altissimi, palazzi d’immani proporzioni. Insomma, spesso si ha un’idea di Architettura – pensando a chi l’Architettura non la pratica o comunque se ne intende poco – come di qualcosa che sia esclusivamente monumentale. E invece l’Architettura è infinitamente più di questo. È la casa nella quale abiti, anche se non vivi in un grattacielo. Sono le vie, i corsi, le piazze che vanno a comporre la città nella quale abiti. Basta cacciare fuori il muso di casa e quel che vedi è subito Architettura. Ma puoi anche decidere di rimanerci, a casa: pure lì vedresti Architettura! 

In questa mia esplorazione alla scoperta di una delle arti che più vengono date per scontato – la “Prima” delle famose “Sette Arti” la cui settima è il Cinema e di cui puntualmente quando si fa l’elenco tutti si scordano – m’imbattei quasi per caso in UNO DEI LUOGHI PIÙ BELLI, INCANTEVOLI E STRAORDINARI nei quali abbia mai avuto il piacere e il privilegio e la gioia di stare. Trattasi di uno di quei tanti preziosissimi gioielli italiani che non vengono valorizzati, promossi, sponsorizzati come meriterebbero. Raramente mi è capitato di rimanere tanto affascinato da un luogo, come nel caso del PARCO ARCHEO NATURA A FIAVÉ.

Un museo a cielo aperto? Un parco archeologico? Entrambe le cose, e molto di più. Perché quando ti ritrovi lì, non sei più nell’Italia del 2024, ’25, ’26 o quel che è. Ti ritrovi nell’Italia del 3.500 a. C. o giù di lì, quando ancora nemmeno era chiamata “Italial’Italia. Perché sì: prima del rinascimentale Brunelleschi che fu tra i primi veri architetti della Storia propriamente detti e che s’inventò una roba come “la prospettiva”, prima del grandioso Imperatore Ottaviano Augusto che riferendosi a Roma disse “Ho trovato una città di mattoni, ve la restituisco di marmo” dopo averla trasformata da cima a fondo e averla resa la Roma che conosciamo tutti, prima che quei folli ambiziosi meravigliosi degli Egiziani s’inventassero dal nulla qualcosa come le piramidi… prima di tutto questo, comunque, l’Architettura già esisteva!

(L’Augusto Direttore Alberto Grometto presso il Parco Archeo Natura a Fiavè)

L’Architettura muove sempre, o quasi, da motivi pratici e pragmatici: c’è bisogno di un tetto sopra la testa, è necessario che vi sia una strada che porti da qualche parte affinché possa essere percorsa, devo andare dall’altra parte del fiume e quindi m’occorre un ponte… cose così, ecco. L’Architettura nasce dalla necessità e dal bisogno, i quali nel corso dei secoli e dei millenni son poi divenuti una scusa, un pretesto, per fare dell’Arte. Per inseguire qualcosa che fosse “bello”.

Ora, se spostiamo il nostro sguardo a quello che è stato ieri, ai tempi che furono, ci renderemo conto da noi che quei primi architetti che manco sapevano di essere architetti o sentivano di esserlo, non pensavano minimamente di star facendo dell’Arte. Quelli erano solo donne e uomini che avevano bisogno di vivere “dentro” anziché “fuori” all’addiaccio. E così s’erano inventati la casa. Fu così che nacquero le palafitte.

Io non so niente d’Architettura, non crediate che siccome sto scrivendo articoli sulla materia ne sappia davvero qualcosa!, c’è tanta gente che scrive su cose che manco conosce. A dire il vero, è oramai acclarato come la maggior parte di quelli che scrivono, finiscono per scrivere di cose che non conoscono. Ma perché in realtà, in qualche modo, nello scrivere finiscono per attaccarsi a ciò che conoscono davvero, pur parlando sulla carta di qualcosa che sfugge alla loro conoscenza. Io non so niente d’Architettura, però conosco il Bello, come ogni Essere Umano del resto. E c’è qualcosa di veramente Bello e insieme meraviglioso in un’oasi di pace e incanto posta fuori dal nostro tempo e che ti riporta a oltre cinquemila anni fa, agli albori della nostra specie, all’origine della cosiddetta civiltà. E quell’oasi è il Parco Archeo Naturale a Fiavé.

(L’Augusto Direttore Alberto Grometto in esplorazione!)

Entro quel luogo – millenni prima di Noi che ci andiamo in visita – c’eravamo Noi, che costruivamo villaggi interi sospesi sull’acqua. Esatto, sto parlando delle palafitte! Costruzioni d’un ingegno e una perizia talmente incredibili che oggigiorno ci appaiono impossibili, guardando alla tecnologia dell’epoca. E ricordo che la tecnologia dell’epoca erano paglia e legno. Stiamo parlando della preistoria: niente calcestruzzo armato o geometri professionisti, ma pali di legno poggiati gli uni sugli altri, alla stregua di pezzi di lego (ma un filo più grandi!) che dovevano andare a incastrarsi, sorretti a loro volta da altri pali inseriti nel fondo di fiumi, paludi, laghi e lagune. Il fatto è che quello non era un gioco, non era come nei lego: quella era vita umana, le persone affidavano a quei pali le loro dimore, i loro cari, le loro stesse esistenze, abitando sopra semplici pali di legno ma che nelle mani dell’uomo potevano diventare case! E lo diventavano. A Fiavé ho imparato che non si conosce bene la ragione per cui le palafitte sono nate (per poter abbeverare meglio gli animali? come baluardo da attacchi nemici? per comodità in merito a discorsi puramente agricoli? le ipotesi sono tante, ma per ognuna esistono sia pro sia contro) ma si sa che hanno dato forma alla vita di chi ci abitava, che hanno dato origine a costumi e usi e tradizioni, che si sono evolute insieme ai loro creatori nel mentre che espandevano i loro villaggi e scoprivano nuove tecniche di costruzione. Mi rimarranno sempre nel cuore quei panorami mozzafiato, quei reperti archeologici messi lì a imperitura memoria di quello che siamo stati e che abbiamo fatto e che però sanno raccontare tanto anche sul nostro presente, quelle preziose lezioni che mi hanno dato sulla capacità straordinaria tutta umana di creare, innovarsi e realizzare. Ma la lezione più importante di tutte fu la seguente:

Il luogo dove abiti ti rende quello che sei, specie se sei Tu a forgiare quel luogo. Ciò che fai, ciò che hai e ciò che sei viene plasmato dalla casa che ti costruisci. E allo stesso modo la casa che ti crei cambia con Te, insieme a Te e per Te. E quando decide di costruirsi una casa da zero, non c’è limite a cosa l’Umano possa o non possa fare. L’Architettura è poi questo: uno sfidare sempre i limiti, testarli, fissarli oggi solo per poterli superare un domani. E questo me lo hanno insegnato le palafitte. 

Quindi, ve ne prego, se avete la possibilità: andateci. Andate là, nel Trentino, tra il Lago di Garda e le Dolomiti del Brenta, immersi nelle Valli Giudicarie, là dove una volta l’antico lago Carera troneggiava, e gli umani costruivano e vivevano nelle palafitte, proprio sul pelo delle acque. Andate a Fiavé, al Parco Archeo Natura, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, circondati dal verde e dalla Storia. E se avete dei cuccioli pelosi a quattro zampe (come il sottoscritto), portateli con voi dentro e in mezzo a quelle palafitte: trattasi di un sito interamente pet-friendly. Riempitevi gli occhi di meraviglia, visitate le splendide ricostruzioni a grandezza naturale capaci di portarvi indietro nel tempo e realizzate sulla base di dati scientifici analizzati da esperti e specialisti e professionisti del settore, ammirate i resti originali dei pali originari scoprendo e imparando cose che nemmeno sapevate possibili. Perché, diciamocelo: sembra impossibile che costruzioni del genere, fatte di pali gli uni sugli altri, esistano! Eppure esistono. Le palafitte sono la dimostrazione tangibile di come l’uomo possa rendere possibile l’impossibile e realizzare l’irrealizzabile. 

E non solo potrete conoscere la storia degli uomini dei tempi che furono. Ma sarà come andare a trovarli. Lì capirete davvero chi eravate un tempo, e quanta strada è stata fatta per arrivare a quelli che siete oggi. Ma c’è bisogno di parlarne. È necessario che le persone sappiano di questo posto incantevole, uno dei luoghi più belli in cui sia mai stato, e che però è spaventosamente così poco conosciuto e visitato. In tanti conoscono altre palafitte e altri parchi, situati nelle vicinanze. Ma quello di Fiavé ha un fascino magico, unico, e per il quale non sarete mai in grado di  scordarvi di quella visita. 

Un ringraziamento speciale dal profondo del cuore alla simpaticissima ed empatica signora MARINA, che lavora lì con passione e dedizione e amore e talento. Lei, come i suoi colleghi, costituisce quell’esempio straordinario di guida che sceglie di lavorare in un posto a dispetto delle poche visite, senza mai sapere quale potrebbe essere il suo destino, sacrificandosi e spendendosi perché crede nella Bellezza di quel luogo. Persone del genere sono Mercuziani a prescindere, Lottatori nel nome dell’Arte e della Cultura e della Bellezza, dei veri Eroi che meritano di essere omaggiati e al cui esempio è necessario – NECESSARIO – ispirarci, affinché questo possa essere un mondo migliore. E più bello.

Che viviate sul pelo dell’acqua oppure tra le montagne innevate, ricordatevi sempre che l’Umano è stato capace di vivere per intere generazioni su dei semplici pali di legno incastonati gli uni sugli altri. Pensate a quanto ha costruito da allora. E a quanto ancora potrà realizzare. 

Siate Architetti Care Amiche e Cari Amici, siate costruttori: e una volta trovato il vostro posto, costruite ed edificate là sopra la vostra casa, e che proprio per questo sarà ancora più “vostra”.

Premi qui sopra, se vuoi leggere altri articoli facenti parte della nostra augusta rubrica dell’Augusto Editoriale dell’Augusto Direttore!!!

Vuoi leggere un altro articolo che parla di Architettura? Clicca qui!!!

Vuoi sentir parlare di un film che parla di un architetto? Premi qui!!!

Mercuzio and Friends è un collettivo indipendente con sede a Torino.

Un gruppo di studiosi e appassionati di cinema, teatro, discipline artistiche e letterarie, intenzionati a creare uno spazio libero e stimolante per tutti i curiosi.

Scopri di più →

GO TO TOP