DI SARA MORENA
Per la rubrica Inside, dedicata ai Classici Disney con storie originali, oggi vi presentiamo un titolo non molto rinomato, ma tuttavia altisonante: Koda, fratello orso (in originale Brother Bear).
La storia racconta di un adolescente focoso che viene magicamente trasformato in un orso, e in seguito a quell’evento seguirà un percorso che lo porterà a conoscere sia sé stesso che il mondo, apprendendo importanti lezioni.

L’idea fu concepita dalla Disney negli anni ’90, in seguito al successo di Il Re Leone, con l’intento di realizzare una storia che fosse sempre ambientata nel mondo selvaggio, ma con qualcosa che s’incentrasse di più sul suo rapporto con l’uomo. Per creare la storia, gli autori trassero ispirazione dai miti e dalle culture dei nativi americani, cosa per la quale hanno ricevuto il supporto di consulenti ed esperti nel campo. Naturalmente, visti i lunghi tempi necessari perché il film fosse rilasciato, la trama ha avuto varie stesure. Inizialmente doveva trattare il rapporto tra padre e figlio, integrandolo con i temi legati al rispetto per la natura e per i valori; successivamente il tema principale si spostò sull’amore fraterno.

A dirigere l’opera furono Aaron Blaise, regista di Il Re Leone e Pocahontas e Robert Walker, con le finanze del produttore esecutivo Chuck Williams. Il film presenta una combinazione di animazione tradizionale e digitale, creando un giusto bilanciamento tra il nuovo stile, che prendeva già corpo negli anni dell’uscita, e il vecchio nostalgico stile classico. Inoltre c’è anche un cambio di formato dell’inquadratura, adoperato per fini di trama.
La colonna sonora fu curata da Phil Collins e Mark Mancina, il primo per le canzoni, e il secondo per l’orchestra. Collins aveva già collaborato in precedenza con la Disney, realizzando le canzoni di Tarzan, e in questo film egli tornò producendo pezzi che conferirono profondità alla storia, evidenziando l’aspetto mistico di cui Koda, fratello orso è impregnato. Tra le migliori canzoni del film, abbiamo On my way, la canzone che rappresenta il viaggio del protagonista, nella forma di orso, che possiede dei toni allegri, al contrario di No Way Out che invece evoca i sentimenti struggenti dello stesso protagonista il quale apprende i suoi errori. Oltre a queste, molto bella anche Look through my eyes, la canzone dei titoli di coda, che trasmette l’importanza di apprendere e di saper guardare attraverso gli occhi degli altri. Altre canzoni sono state curate da Phil Collins, ma per il film sono state in seguito adattate con altre voci e lingue. Great Spirits fu inizialmente cantata dal grande Collins, e per l’edizione del lungometraggio fu adattata da Tina Turner, con alcuni cambi nei versi. E poi c’è anche Transformation, la canzone che segue la sequenza della trasformazione in orso, che fu tradotta in lingua inuit, conferendo alle scene un’atmosfera più mistica e spirituale.

Koda, fratello orso è uno dei lungometraggi più adulti che la Disney abbia mai prodotto. In esso gli aspetti dolci e allegri tipicamente disneyani trovano un giusto bilanciamento con una drammaticità che sfiora il reale, pur avendo elementi di fantasy e misticismo, presentando dei temi maturi tra cui il diventare grandi, la consapevolezza della morte e la capacità di riconoscersi nell’altro, accettandolo senza pregiudizi. Questo rende il Classico Disney qualcosa di unico, grazie anche a personaggi che non sono divisi tra buoni e cattivi, ma sono solo pieni di sfaccettature, e l’unico vero antagonista è l’incapacità di comprendere.


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