Inside, capitolo 14: Wish

DI SARA MORENA

Eccoci al capitolo conclusivo di Inside, rubrica che chiudiamo in grande stile, parlando del Classico Disney che ha celebrato i 100 anni dello studio di animazione: Wish.

Un film dedicato interamente agli universi e alla filosofia disneyani, raccontandoci una storia che parla apertamente dei sogni e del loro potere, richiamando gusti di stampo sia vecchio che nuovo propri della Disney, in una grafica digitale che si avvicina al tradizionale presentando delle caratteristiche pittoresche.

Come nei cari vecchi e primissimi Classici, il film inizia con l’apertura di un libro, donando allo spettatore quella sensazione di ascoltare la favola della buonanotte come se fosse un bambino che ascolta la mamma. La trama, ovviamente, è originale dato che siamo all’interno di questa rubrica (Inside si propone la missione di parlare di quei Classici Disney che sono storie originali, non tratte da altre opere preesistenti), ma al di là di questo sono tanti gli aspetti che cercano di riprendere la tradizione disneyana, come la presenza di una protagonista a cui manca un genitore, una canzone acclamata come inno al suo sogno, animali parlanti e molti altri tratti, tra cui anche le menzioni di battute appartenenti ai film predecessori e la presenza di un autentico cattivo, che negli ultimi tempi abbiamo visto molto di rado.

A tal proposito anche il cattivo richiama tanto del mondo Disney. All’inizio si presenta come un personaggio buono, come una persona apparentemente normale, come spesso sono i villain degli ultimi tempi, ma poi assume sempre di più le caratteristiche dei vecchi cattivi, e il mondo attorno a lui si colora di verde, un colore che nei vecchi Classici era molto usato per rappresentare il Male, insieme al viola.

L’ambientazione è un immaginario regno del Mediterraneo, tuttavia, dato che Wish rientra nel politicamente corretto, il contesto è multietnico. Già la protagonista appartiene ad un’etnia lontana dalla sua geolocalizzazione, poichè il suo nome è hindi e vuol dire “speranza”. La sua canzone, Un sogno splende in me (in originale This wish), è cantata da Gaia Gozzi, sua doppiatrice, e viene ripresa nelle sequenze finali, nella scena della rivalsa contro il villain che, dopo aver sottomesso tutti i suoi sudditi, viene sconfitto dalla forza della loro volontà e della speranza.

Con questo film il mondo intero ha celebrato il primo centenario della Disney, e adesso, mentre attendiamo le diverse uscite dei live action, la casa ha annunciato che intende tornare all’animazione tradizionale. Chissà se riuscirà a regalarci altri grandissimi sogni, e se saranno all’altezza o migliori dei titoli dell’Epoca d’Oro, o del Rinascimento, o di altri periodi di splendore?

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