DI OMAR ANTONIO ZOUBI
Siamo giunti al termine di questa piccola serie di demoni che la scienza non è riuscita in alcun modo ad esorcizzare. L’ultimo demone è introdotto dallo “scienziato” protagonista di questo articolo: Renato Cartesio (René Descartes in francese) per noi semplicemente Cartesio. Egli fu un grande conoscitore e appassionato di fisica, matematica e filosofia; tra i suoi tanti meriti, egli è conosciuto per la sua filosofia scettica – a cui propone una soluzione – ma anche per le coordinate cartesiane, che ci hanno accompagnato dalle elementari fino ai corsi scientifici più importanti dell’università.
Qui sotto ho riportato un frammento della prima meditazione, dove è introdotta questa figura meschina:
“Supporrò dunque che, anziché un Dio ottimo, fonte di verità, vi sia un genio malvagio (demone), che, sommamente potente ed astuto, ce la metta tutta per ingannarmi. Riterrò quindi che cielo, aria, terra, colori, figure, suoni e tutto il resto di esterno a me non siano che illusioni oniriche con cui quel genio tenda trappole alla mia credulità; considererò me stesso come se non avessi mani, occhi, carne, sangue né alcun senso, e quindi falsa l’opinione di avere queste cose. Rimarrò ostinatamente fermo in questa supposizione; e in tal modo non sarò certo in grado di conoscere alcunché di vero, ma in compenso mi guarderò con risolutezza dall’assentire al falso – poiché questo, invece, dipende senz’altro da me – ed è così che eviterò anche di rimanere vittima di un simile ingannatore, per quanto potente e astuto fosse”.
R. Cartesio, Meditazioni di Filosofia Prima, Colloqui con Burman, Carteggio con Elisabetta di Boemia, Milano, 2017, p.23.
P. S.:
In questo caso i traduttori del frammento hanno preferito trasporre: la parola latina “genium aliquem malignum” letteralmente si traduce “un qualche genio maligno”, in italiano come “genio malvagio”; tuttavia è riconosciuto largamente come il “Demone di Cartesio” o meglio “Descartes Demon”. Il concetto è lo stesso.
Qui c’è la frase originale scritta da Cartesio:
“Supponam igitur non optimum Deum, fontem veritatis, sed genium aliquem malignum, eundemque summe potentem & callidum, omnem suam industriam in eo posuisse, ut me falleret: […]”.

L’empirismo afferma che la realtà può essere determinata dai sensi, mentre si contrappone lo scetticismo, che invece sostiene l’opposto, anzi esagera il concetto di fallacia dei sensi a tal punto che nulla più è vero. Il mondo stesso è falso.
“Cosa è reale? Qual è la definizione di reale? Se il reale è riconducibile a quello che senti, gusti, respiri o vedi; allora reali sono solo i segnali elettrici interpretati dal cervello”.
Ebbene, come gli scettici, Cartesio si potrebbe fermare qui; ma invece lui decide di cercare una soluzione, un modo per discernere verità da falsità.
Se ci riflettiamo bene, il nostro cervello è bombardato da informazioni false, soprattutto con l’avvento della tecnologia: sicuramente ha comportato molti cambiamenti positivi, ma altrettanti negativi, infatti la diffusione veloce dell’informazione può essere usata anche per diffondere disinformazione. Tuttavia le “idee marce” non arrivano solo dagli altri, ma anche da noi stessi: stiamo facendo una passeggiata in pieno inverno, appena arriviamo a casa ci rechiamo al lavandino per lavarci le mani, improvvisamente sentiamo scorrere acqua calda, quasi bollente; eppure, se controlliamo la temperatura, essa risulta leggermente tiepida. Dinanzi a tutti questi inganni perpetrati dal demone Cartesio imbocca la strada più drastica, ovvero dubita di tutto. Non si ferma però al dubbio, cerca una risposta: “Cogito, ergo sum” è la risposta. “Penso, dunque sono”, questa intuizione è innegabile, quindi dopo aver distrutto tutto inizia a ricostruire partendo da idee semplici e innegabili, come le verità matematiche.

Prima di arrivare alla conclusione e tirare le fila di tutti gli articoli precedenti, è importante sottolineare la natura di questi tre demoni e il motivo per cui sono interconnessi, nonostante trattino argomenti sostanzialmente diversi.
Innanzitutto i tre demoni sono figure fittizie, utilizzate come espedienti “letterari” per rendere evidenti alcune implicazioni le cui caratteristiche, senza di loro, difficilmente potrebbero essere esplicate; tuttavia sono anche utili a stimolare il pensiero critico.
I tre demoni sono tutti quanti esterni al sistema in cui agiscono; questo è il filo rosso che li collega.
Il Demone di Maxwell per contrastare l’entropia deve essere necessariamente fuori da esso. Lo stesso vale per il Demone di Laplace, che non potrebbe ricordare tutto il sistema se fosse all’interno dello stesso e ne costituisse una parte: sarebbe come cercare di infilare le scarpe in una scatola più piccola delle scarpe stesse. Anche il Demone di Cartesio è chiaramente esterno alla persona per poterla influenzare con false verità, se no sarebbe la persona stessa.
L’unico modo per rompere quelli che sono gli schemi mentali a cui siamo legati è andare oltre; queste non sono parole al vento in quanto abbiamo dimostrato questa capacità con la fisica quantistica.
Salutem dicit Omar Omero.
Fonti:
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