Joker: Folie à Deux – Lo schifo fottuto attorno a Me è in Me

DI ALBERTO GROMETTO

Finalmente, direi che sia la parola giusta. La parola migliore. La più adatta possibile. 

Finalmente… dopo un’attesa durata cinque anni, è infine giunto. 

Finalmente… a suon di musica e balletti, abbiamo potuto veder di nuovo il pagliaccio criminale sui gradini di quell’alta scalinata nel Bronx ma che nella realtà del film è a Gotham City.

Finalmente… possiamo dire “FINALMENTE!!!”.

Nell’anno 2019 il regista e sceneggiatore cinematografico statunitense TODD PHILLIPS, che veniva da una carriera di gustosissime e strepitose commedie americane demenziali (oltre la celeberrima trilogia de «Una Notte Da Leoni» che ha conquistato il Mondo intero, impossibile non menzionare pure alcune pellicole del cuore ai miei occhi quali «Starsky & Hutch», «Parto Col Folle» e «Old School») sorprende la comunità cinefila internazionale e fa un doppio bingo regalandoci un film capace di essere sia profondamente autoriale sia al tempo stesso un successone commerciale che rientra nel fortunatissimo genere che va per la maggiore al momento, e cioè quello del CINECOMIC o FILM-FUMETTO, che dir si voglia. 

Però, questo è un fatto, «JOKER» spezzò la critica in due. Chi da una parte elogiava la sapiente capacità talentuosa di Phillips di fare del Vero Cinema d’altissima qualità narrativa-estetica-visiva fatto da Maestranze autentiche accontentando contemporaneamente i gusti del grande pubblico affamato di un certo tipo di blockbusters; e chi dall’altra vedeva invece questa pellicola come l’ennesimo pretestuoso modo di fare soldi da parte delle Grandi Major travestito malamente da “opera artistica”, quando invece trattasi di una scoppiazzatura perfino dichiarata di reali capolavori del passato quali «TAXI DRIVER» oppure «RE PER UNA NOTTE», ambedue targati MARTIN SCORSESE (che Maestro immortale!).

Ma Noi non siamo qui per negare o confermare alcunché in merito, e questo perché è un altro il film che affrontiamo a questo giro, appunto il suo seguito, giunto proprio come nel caso del 2019 alla MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA: il primo aveva vinto il LEONE D’ORO, questo qua è invece rimasto a bocca asciutta… ma ciò non significa che non si porterà a casa tanti bei milioni, cosa assai certa.

E, proprio come nel caso del 2019, se vi è qualcosa su cui la critica tutta concorderà, sarà certamente la performance sublime di quell’interprete maestoso che è sempre stato JOAQUIN PHOENIX: ora tutti quanti lo elogiano per il suo ruolo da protagonista nei panni del Joker e per il quale è stato… FINALMENTE (di nuovo!)… premiato nell’Edizione dei PREMI OSCAR del 2020 in qualità di Miglior Attore Protagonista… ma la sua carriera è talmente luminosa e ricca e variegata e lui è sempre stato talmente immenso e monumentale in ogni singolo ruolo… che, davvero, non ci si può non inchinare al suo cospetto! 

Okay… e poi? Cos’altro ha da offrire questo «JOKER: FOLIE À DEUX»? 

Beh, basta guardare alla traduzione letterale del titolo: FOLLIA A DUE. Trattasi di una sindrome psicotico psichiatrica che tocca due persone allo stesso tempo. E in questo caso di fatto Arthur Fleck (questo il vero nome del clown supercriminale) non è solo nella sua pazza pazzia: ad accompagnarlo vi è infatti la sua amata Harleen “Lee” Quinzel, meglio conosciuta come HARLEY QUINN. Per quanto, devo confessarvi, questa follia “a due” l’ho sentita molto poco e il personaggio di lei alla fin fine non è così centrale come si immaginava, non posso non elogiare la performance di LADY GAGA, sì proprio lei!, che merita applausi fragorosi per come, dopo una vita da cantante, si stia ora dedicando ad interpretazioni recitative di un’intensità e un carisma unici, degne di un’attrice consumata. 

Però… sottolineiamolo… lei non dimentica di essere cantante, e in questo caso questo suo doppio talento gioca alla perfezione un ruolo fondamentale: questo film qua infatti, sorpresona!, è un MUSICAL. Per essere precisi, trattasi di un MUSICAL JUKEBOX, e cioè quel tipo di musical che utilizza canzoni preesistenti popolari e le riadatta per i suoi scopi narrativi. Una scelta questa qua assai sorprendente, soprattutto considerando il notevolissimo ed elevatissimo numero di canzoni e momenti musicali con tanto di danze, scenografie e coreografie presenti nel film. 

Da elogiare caldamente la sequenza introduttiva, veramente fenomenale! Oltre che il talento innato di Phillips nel fare un’operazione di world-building, riuscendo a restituirci un determinato tipo di mondo narrativo. Se nel 2019 l’intento era quello di restituirci un setting urbano fetido e sporco e fatiscente, in questo caso è lo schifo disumano che regna nell’istituto penitenziario entro il quale è detenuto il pagliaccio ad essere rappresentato e tratteggiato con una durezza e una crudezza veramente impressionanti. Merito sia della solita precisissima cura estetico-visiva che il regista impiega nel ricreare e ricostruire delle determinate ambientazioni, sia delle ineguagliabili performance attoriali, in primis quella di un BRENDAN GLEESON in grado di donarci nel ruolo della guardia penitenziaria un bislacco personaggio quasi bipolare, per certi versi enigmatico, più inquietante degli stessi protagonisti a mio modo di vedere, spesso amicone gioviale e spesso bastardo incallito. 

Ed è anche in questo, nel fatto che i personaggi attorno al Joker siano molto più orribili e disgustosi di quanto non sia lui, come nel caso della guardia che gli sta appresso, che si cela il punto focale di tale sequel. Viene portato avanti quello che è lo stesso messaggio del primo capitolo aggiungendo qualche tassello in più: 

Il Mondo attorno a me fa schifo, e allora finisco io stesso per fare schifo. Tutti sono orrendi, e allora io faccio l’orrendo. E mi convinco che quell’orrendo io l’ho sempre avuto dentro di Me. Ma è davvero così?

Arthur è diventato Joker perché tutti quanti intorno a lui son dei pazzi criminali sfegatati oppure lo era sempre stato dentro di sé e gli altri son serviti a farglielo capire? 

Una scena tra tutte ricordiamo, probabilmente la migliore del film: un dialogo, in tribunale, tra un Joker che riveste i panni dell’avvocato e un teste che, in linea teorica, è una delle poche persone che il pagliaccio abbia mai risparmiato. Perché lo risparmiò? Sei l’unico che è stato gentile con me, gli aveva detto Joker a quel tempo, dopo avergli ucciso una persona davanti, lasciandolo andare via. Ma quel teste non dorme la notte ora, soffre come un cane, e da quel giorno si dispera amaramente. A che è servito risparmiarlo, se adesso sta così? Questo non sei Tu, dice il teste al criminale. Io son sempre stato così ma tu non hai guardato, risponde il criminale al teste. E questi risponde: No, tu sei l’unico che era gentile con me.

Noi questo sequel siamo andati a vederlo dove già avevamo visto il primo capitolo: nel nostro cinema del cuore ❤️, nel nostro posto in cui stare… IL REPOSI DI TORINO IN VIA XX SETTEMBRE 15: ANDATECI ANCHE VOI!!!

Prima di affrontare il secondo capitolo, è bene ripassare il primo: vi andrebbe di farlo assistendo ad una conversazione squisitamente mercuziana? Allora pigia qua sopra!!!

Che personaggio!, quello di Harley Quinn: vi va di cliccare qui e farne la sua conoscenza? Allora clicca qui!!!

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