Fabbricante di lacrime – Non c’è limite al peggio

DI GABRIELE DE BENEDETTI

“Il film tratto dall’omonimo bestseller di Erin Doom è un’imbarazzante sequela di dialoghi insipidi e scene piccanti al limite del ridicolo” 

Chiunque si sia fatto un giro in libreria nel corso dell’ultimo anno avrà sicuramente notato sullo scaffale dei libri più venduti il Fabbricante di lacrime, romanzo ascrivibile al sottogenere dei teen drama (ovvero tutti quei prodotti che si rivolgono principalmente ai giovani di età compresa tra i dodici e i sedici anni). Creato dalla penna di Erin Doom, pseudonimo di Matilde, Fabbricante di lacrime nasce nel 2017 come serie a puntate pubblicate sulla piattaforma Wattpad (già nota per diversi “capolavori” come After di Anna Todd) e in breve tempo diviene un vero e proprio fenomeno mediatico, spingendo la Doom a pubblicare su Amazon e a proprie spese il racconto per intero. Questa mossa si rivela vincente. Con ben 450.000 copie vendute nel solo 2022, infatti, è stato il libro più venduto dell’anno in Italia, venendo inoltre tradotto in numerose lingue. 

Visto il suo enorme successo, era solo questione di tempo prima che qualcuno ne acquisisse i diritti per farne un lungometraggio. Suddetto acquisto è stato fatto da Netflix, che ha messo alla regia dell’adattamento Eleonora Fiorini e Alessandro Genovesi, quest’ultimo già noto per aver diretto diverse commedie italiane come Ma che bella sorpresa e Puoi baciare lo sposo. 

Per dare vita ai personaggi del libro è stato scelto un cast di attori perlopiù misconosciuti, eccezion fatta per il rapper Biondo (Simone Baldasseroni) qui nel ruolo di coprotagonista (e che come un altro cantante che abbiamo già visto in un precedente articolo dovrebbe darsi esclusivamente alla musica). 

La trama vede come protagonista la giovane Nica che, come in tutte le storie più stereotipate possibili, risulta essere l’unica sopravvissuta a un mortale incidente d’auto che è costato la vita ai suoi genitori. La bimba viene pertanto portata all’orfanotrofio Grave dove trascorre molti anni della sua vita, subendo le sevizie della crudele direttrice dell’istituto, senza un motivo apparente. La situazione della ragazza sembra risollevarsi quando viene adottata da una coppia che ha da poco perso il figlio in circostanze che il film non si prende mai la briga di chiarire. Nica tuttavia non è la sola ad essere adottata dai due coniugi: infatti, anche il misterioso e problematico Rigel viene accolto all’interno della casa. Il ragazzo, come la protagonista non perde mai modo di ripeterci, viene soprannominato da tutti il “Fabbricante di lacrime”, a causa della sua tendenza a portare tristezza e dolore ovunque vada. Ma sarà davvero così cattivo? Lascio ai miei lettori la possibilità di scoprirlo prendendo visione del film. 

Come già accennato, Fabbricante di lacrime è un prodotto pensato per un pubblico adolescenziale e che quindi dovrebbe lasciare un messaggio positivo alle nuove generazioni, specie per quanto concerne il tema dell’amore, un po’ come faceva ai tempi Twilight, seppur non benissimo. Tutto si risolve invece in dialoghi farlocchi scritti male (e recitati pure peggio) e momenti che vanno tra l’imbarazzante e l’illegale. Intere scene l’una di seguito all’altra che se fossero ripetute da ragazzi nella vita reale varrebbero quantomeno una denuncia per molestie sessuali o per violenza psicologica. Se il film voleva veicolare un qualche messaggio positivo, tutto si perde in una matassa che non ha nè capo nè coda, dove l’unica cosa importante sembra dover mostrare ogni due scene il buon Rigel a petto nudo. 

Dopo aver ottenuto (giustamente) lo 0% di recensioni positive su Rotten Tomatoes, resta la speranza di non vedere più film del genere per un bel po’ di tempo. Tuttavia, vista la piega che stanno prendendo le produzioni di oggi, non ci conterei troppo. 

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