DI ALICE POLIN
Una mostra che vi consigliamo di andare a vedere è una raccolta di fotografie di Ugo Mulas, rappresentanti i graffiti di Steinberg a Milano.
Nel 1961 l’illustratore e disegnatore Saul Steinberg realizza nella palazzina Mayer di Milano un’immensa, quanto particolare, decorazione a graffito.
Steinberg è considerato uno dei più importanti disegnatori del XX secolo tanto da attirare l’attenzione di critici, storici dell’arte e intellettuali come Harold Rosenberg, Saul Bellow, Ernst Gombrich, Italo Calvino e molti altri.
Visitando la mostra non è difficile capire come mai abbia suscitato così tanto interesse: ci troviamo davanti a un’opera gigantesca, grande più di cento metri quadri e che occupava tutti i lati dell’androne della palazzina. Carica di personaggi e immagini di ogni tipo disegnati con una precisione minuziosa, ogni linea tracciata non è a caso.
A Steinberg non era mai interessata la pittura o la scultura, per lui era molto più semplice e liberatorio disegnare.
«Il disegno come esperienza e occupazione letteraria mi libera dal bisogno di parlare e di scrivere. Lo scrivere è un mestiere talmente orribile, talmente difficile… Anche la pittura e la scultura sono altrettanto difficili e complicate e per me sarebbero una perdita di tempo. C’è nella pittura e nella scultura un compiacimento, un narcisismo, un modo di perdere tempo attraverso un piacere che evita la vera essenza delle cose, l’idea pura; mentre il disegno è la più rigorosa, la meno narcisistica delle espressioni.»
I temi principali delle sue opere sono sempre uomini, donne, animali, monumenti, ecc.; e tutti ruotano attorno alla consapevolezza della linea di essere linea. Oltre a questi troviamo altri temi come quello dell’identità costruita, della vita sociale, delle parole (rappresentazioni di verbi e aggettivi come personaggi dei fumetti).
In quest’opera ritroviamo la maggior parte dei temi legati al disegnatore rumeno.
Purtroppo a causa della ristrutturazione della palazzina, voluta dai condomini, si è andato a perdere tutto il lavoro di Steinberg e l’unico modo che abbiamo per viverlo appieno è attraverso le foto di Ugo Mulas a cui lo stesso disegnatore ha chiesto di documentare con la sua macchina fotografica il suo lavoro. Per aiutarlo nell’impresa, decide anche di redigere un testo che spiega l’iconografia e il senso della sua opera.
Se volete conoscere più a fondo i graffiti di Steinberg vi consiglio di godervi questa selezione di una trentina di foto, dove l’occhio e la sensibilità di Mulas incontrano il genio e la penna di Steinberg.
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