DI GIOSUE’ TEDESCHI
100 persone si sfidano in gare dove le qualità necessarie per vincere sono fisiche. Secondo cinque categorie: agilità, forza, destrezza, velocità, resistenza. Mi pare.
E’ carina l’idea, inoltre mettersi alla prova contro altri umani è l’unica cosa che rimane da fare quando hai un fisico al livello dei partecipanti. Nota a parte, con l’avvento delle macchine sarà una delle poche cose che rimarranno da fare.
Più che la gara in sé, che si propone di trovare un esempio reale di un concetto non così ben definito, ho trovato bello conoscere le motivazioni e le storie delle persone. Così come il supporto che si danno a vicenda, carico di spirito sportivo.
La domanda a cui volevano rispondere è: esiste un fisico perfetto?
Io aggiungerei: perché è importante cercare un fisico perfetto? Esiste qualcosa del genere? Intuitivamente viene da dire che ci sono fisici adatti a certi compiti e altri adatti ad altri compiti, si può competere nella stessa categoria ma tra categorie diverse diventa strano. Probabilmente quello che uscirà da una competizione del genere potrà essere al massimo il fisico più versatile, di certo non il migliore in assoluto.
Inoltre è strano competere con il proprio corpo, sul proprio corpo. Perché non hai troppa scelta su come sei. Certo, puoi migliorarlo e controllarlo, fino a un certo punto, con l’esercizio. Tuttavia mi sembra che una sconfitta in questo caso sia un giudizio molto più personale.
Non penso sia bello ricevere giudizi negativi sul proprio corpo in questo modo, anche perché finché è solo un’opinione per strada o online è una cosa, la ignori e finisce lì. Quando invece è un giudizio dato durante una competizione a cui hai accettato di partecipare lo senti molto di più. In un modo diretto e inevitabile. Accentuato dal gesto simbolico che fanno fare ai concorrenti di spaccare il proprio busto in gesso che rappresentava la loro partecipazione alla gara.
Potrebbe essere solo un mio pregiudizio però. Guardando i concorrenti mi pare che lo sport vinca spesso, anche se non sempre. Nessuno prende i giudizi troppo sul personale anche quando riguardano il proprio corpo, ma tutti si mantengono sul piano della competizione per la competizione. Senza mettere in gioco il proprio valore come persona o il valore del loro fisico.
Credo comunque di essere troppo fuori dal mondo del fitness e di non essere di natura abbastanza competitivo per capire davvero o riuscire a immedesimarmi in quello che si sente durante quelle prove fisiche.