Scream 2 – la ricetta per il sequel perfetto

DI GABRIELE DE BENEDETTI

“A un anno dall’uscita del primo film, Wes Craven torna alla regia del secondo capitolo della saga horror, in un sequel degno del suo predecessore”

Fare un sequel di un film cult è difficilissimo. Da un lato bisogna misurarsi con le alte aspettative del pubblico, dall’altro con il livello raggiunto dal precedente capitolo. Ci sono infatti sequel che completano e addirittura migliorano il proprio predecessore ampliandone la storia (ne è un illustre esempio Il padrino: parte II), e ci sono sequel che tentano un approccio diverso, spesso fallendo su tutti i fronti (vedasi per il disastroso Un lupo mannaro americano a Parigi).

E poi c’è Scream 2, che non reinventa né cerca in tutti i modi di tenersi sulla linea tratteggiata dal primo capitolo, riuscendo nella non facile impresa di essere un film con una propria identità e una storia da raccontare

Siamo di nuovo nella cittadina di Woodsboro, dove la protagonista del primo film Sidney Prescott sta cercando di andare avanti con la sua vita e dimenticare la carneficina perpetrata dai primi due Ghostface l’anno prima. Ma quando una nuova serie di omicidi inizierà nuovamente a scuotere la comunità, spetterà alla giovane fermare il nuovo killer e la sua sete di sangue. Detta così può sembrare l’ennesima storia che oltre ad aumentare il numero di vittime e l’efferatezza delle uccisioni non ha molto da offrire, ma Scream 2 è molto di più. Basti guardare la primissima scena della pellicola, dove viene replicata la prima uccisione vista nel precedente capitolo, salvo poi rendersi conto che si tratta di una scena del film Stab (Squartati nell’adattamento italiano), che romanza gli avvenimenti del primo film. Un film nel film insomma, e la pellicola è piena di rimandi metacinematografici, dall’inizio di essa fino all’esplosivo finale, ambientato in un teatro, dove interi pezzi di set crollano durante il combattimento conclusivo, come a sottolineare l’epicità, ma anche in un certo senso l’esagerazione quasi esasperata della vicenda.

Sempre parlando di esagerazione, il film parte dal presupposto che un sequel abbia bisogno di un maggior numero di morti e che nessun personaggio, neanche quelli principali, sia più al sicuro in quanto sono tutti sacrificabili, come non manca di farci notare il nerd di film dell’orrore Randy, già visto nello scorso capitolo, che aggiunge: “In un sequel sono tutti sospettabili”. Nuovo killer, nuove regole insomma, e nessuno è al sicuro dall’essere additato come pazzo omicida o dal cadere vittima dello stesso. 

(Courtney Cox e Ghostface in una scena del film)

Tutti questi elementi hanno reso Scream 2 il canone per qualunque regista intendesse misurarsi con un sequel che vuole costruirsi una propria identità, ma allo stesso tempo rispettare (e forse addirittura migliorare) il precedente capitolo.

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