IN MEMORIA DI PHILIP SEYMOUR HOFFMAN

DI ALBERTO GROMETTO

Sono dieci anni. Dieci anni che Tu non sei più qui, con Noi, tra Noi. E mi manchi. Le cose non sono così tanto complicate. È molto semplice, a dire il vero. E non lo so dire meglio di così: Mi manchi. Mi manchi ogni giorno, terribilmente. 

Io non sono sicuro su tante cose. Talvolta mi sorprendo a scoprire cose di me che ignoravo, che manco credevo esistessero. Immagino che nessuno si conosca nel profondo, alla fin fine. Ma una cosa la so per certo. Ed è che da tutta la vita io ho amato il Cinema. Lo amo. E lo amerò per sempre. 

Tu, Philip, sei una delle ragioni per cui la Settima Arte e la mia esistenza sono legate e intrecciate indissolubilmente. Per cui vado in sala a vedermi film a ripetizione. Per cui, dipendesse da me, farei le valigie seduta stante, saluterei il mondo reale e me ne andrei a vivere dentro una pellicola.    

(Philip Seymour Hoffman nel capolavoro dei Fratelli Joel & Ethan Coen «Il Grande Lebowski»)

Credo si contino sulle dita di una mano (a cui ne sono state mozzate diverse) gli Attori, gli Artisti, gli Esseri Umani in grado non semplicemente di cambiare sé stessi e la loro vita ad ogni interpretazione, ma di cambiare Noi che li guardiamo e la nostra vita con una sola battuta, un semplice sguardo, un’alzata di sopracciglio. 

Credo che Tu sia la sola persona al mondo capace di consegnare alla Storia una performance sovrumana che sfiora il divino in un film oscuro e ambiguo e così complesso e intimamente profondo e infinitamente intricato come «THE MASTER»… e impersonare in un’altra pellicola un personaggio che conia l’espressione: «Ho scagareggiato».

(TI INFILO!!!, gridava PSH nel film «… E alla fine arriva Polly»… senza fare manco un misero, solo canestro!)

Tu eri così: in grado di fare qualsiasi cosa, senza riserve o compromessi, passando da un ruolo all’altro totalmente, completamente, interamente differenti. Tu sarai sempre così: la Recitazione incarnata in una persona, uno di quei rari, pochi sublimi Eroi attoriali in grado di diventare sempre persone diverse da sé quando recitano, sempre capaci di farci credere di star assistendo a verità assoluta e non a finzione cinematografica. 

Ci hai fatto tanto ridere. Uno spasso! Rammento con affetto quella pazza pazza pazza telefonata, la miglior scena al telefono della Storia del Cinema, tra te e quel mattacchione di Adam Sandler, in quella pazza pazza pazza pellicola stralunata eppure così incantevole e straordinaria che è «UBRIACO D’AMORE». Oppure ricorderò in eterno quel tuo epico discorso leggendario al termine di «… E ALLA FINE ARRIVA POLLY» (il film dello “scagareggiato” di cui sopra) con i mitici Ben Stiller e Jennifer Aniston, discorso con cui hai dimostrato che non serve sapere quello di cui stai parlando, puoi anche non averne la benché minima idea in realtà: quello che conta è saper far scena, e in quello Tu sei Maestro.  

Ci hai fatto piangere teneramente. Proprio nella parte di un Maestro, nel film «THE MASTER». Vincesti la Coppa Volpi come Miglior Attore insieme a Joaquin Phoenix (caso unico assoluto nella Storia del Festival di Venezia!), tanto le vostre performances erano interconnesse l’una all’altra. Con quella canzone finale, sai, mi fai sciogliere dal pianto ogni, singola, volta. 

Ci hai saputo far inquietare, meravigliare, arrabbiare, sorprendere, preoccupare, stupire, incantare, divertire, piangere… proprio attraverso la Recitazione, e quindi smettendo di vivere la tua vita per fingere di vivere mille altre esistenze altrui, hai insegnato a tutti cosa sia la Vita Vera. Cosa significhi odiare, soffrire, amare. Cosa significhi essere esseri umani che vivono e patiscono ed esistono. 

Impossibile non citare il tuo sodalizio più importante, quello grazie al quale hai fatto la Storia. E hai cambiato la mia Vita. Il sodalizio col Mio Grande Idolo PAUL THOMAS ANDERSON: il più grande Genio, secondo me, mai esistito e che ha saputo cogliere la tua Grandezza. Quella stessa grandezza che il Glorioso Paul ha saputo cogliere anche in tuo figlio, COOPER HOFFMAN, dandogli il ruolo da protagonista nel suo film «LICORICE PIZZA» (2021). Così abbiamo potuto ancora veder Te, brillare nei suoi occhi. Che cosa non ci avete combinato, insieme, tu e PTA!

(In quel viso, in quegli occhi, in quel modo di recitare, caro Cooper, rivediamo tuo padre)

Ricorderò ogni tuo singolo film fatto con lui. Ricorderò la tua voce quando hai dovuto impersonare Truman Capote nella pellicola per cui vincesti l’Oscar. Ricorderò il tuo magnifico duetto con quella strepitosa interprete che è Meryl Streep nel capolavoro immortale «IL DUBBIO». Ricorderò ogni tuo sguardo, espressione, gesto. È impossibile dimenticarli. E anche se lo fosse, comunque mi rivedrei i tuoi film. Li sto già rivedendo, sempre, di continuo. 

(PTA & PSH: grazie per quello che avete donato alla Storia)

Era il 2 Febbraio 2014. Nel momento in cui scrivo questo pezzo è lo stesso giorno, ma dieci anni dopo. È il 2024. Ma possono trascorrere generazioni, secoli interi persino. Il tuo ricordo e quello che hai fatto non se ne andranno mai via. Tu e il Cinema siete divenuti la stessa cosa. 

Mi manchi, Philip Seymour Hoffman. Ma voglio sorridere, con tutta la forza che ho in corpo. Perché voglio credere che Tu, ovunque sia adesso, stia girando film che qui sulla Terra neanche ci immaginiamo. Che Tu stia ancora facendo credere a tutti quanti che siano reali i Sogni che impersoni. Perché sì, i film e le Storie sono sogni, non sono cose che esistono davvero. Ma poi guardo Te recitare, oh Uomo dei Sogni, e allora non ne sono più così sicuro.

Grazie di essere esistito. Grazie che esisterai per sempre.

Mercuzio and Friends è un collettivo indipendente con sede a Torino.

Un gruppo di studiosi e appassionati di cinema, teatro, discipline artistiche e letterarie, intenzionati a creare uno spazio libero e stimolante per tutti i curiosi.

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