DI SARA MORENA
Apriamo il secondo capitolo di Outside con il secondo titolo targato Don Bluth, e il primo a riscontrare successo. Stiamo parlando di Fievel sbarca in America, un film per il quale il regista rischiò molto e dovette affrontare un’enorme prova di fiducia, e per la quale compì grandi sacrifici, come il trasferimento in Irlanda dello studio e una collaborazione a distanza con personalità di grande elevatura, di cui una fu Steven Spielberg.

L’idea per questo film nacque da una telefonata nel cuore della notte, ricevuta dallo stesso Don Bluth, che lo portò ad allacciare contatti con il grande regista della Universal, che divenne il produttore esecutivo del progetto di cui parliamo. Lo spunto fu immediatamente presentato a Don come la storia di un topolino russo che emigra in America con la famiglia per sfuggire alla persecuzione dei gatti. Il titolo originale è An American Tail (il termine tail, che vuol dire coda, è un gioco di parole che fa riferimento a tale, il quale ha la stessa pronuncia, ma vuol dire racconto), e il nome del protagonista doveva essere Mousie Mousekewitz (in italiano adattato come Toposkowich). Durante il viaggio verso il Nuovo Mondo, Fievel si smarrisce e deve combattere, completamente solo, in una terra straniera, per ricongiungersi con i genitori e le sorelline.

Ancora una volta ritornano i topi. La storia di Don Bluth è iniziata con un topo, esattamente come quella di Walt Disney. Ma i topi non furono il solo elemento forte che garantì il successo di Fievel. Fu anche il sostegno di Spielberg, che con la sua esperienza già avanzata, corresse molte bozze degli storyboard durante il processo creativo e la fiducia che il regista ottenne da altri personaggi illustri che apprezzarono Brisby e il segreto del NIMH.
È inoltre notevole che il contesto di partenza di Fievel sia la Russia, proprio il Paese con cui gli USA, all’epoca dell’uscita del film nel 1986, erano in conflitto, nel pieno della Guerra Fredda. Gli eventi si svolgono nel XIX secolo, al tempo in cui era ancora in costruzione la Statua della Libertà a New York. La persecuzione dei topi in Russia presenta inoltre analogie con quella degli ebrei. Non a caso, infatti, il film comincia con la famiglia Toposkowich che festeggia l’Hanukkah. Anche il tema dell’emigrazione in America ha dei riferimenti storici, dato che il Nuovo Continente è stato a lungo una destinazione molto ricercata dalle minoranze europee.

Come in molti lungometraggi di animazione, non potevano mancare le canzoni. Con Brisby era stata realizzata una sola canzone, cantata fuori campo e non dai personaggi, ed era stata lasciata in originale anche nell’adattamento italiano. Fievel presenta invece più di una canzone, e viene quindi considerato un musical. Di tutte quelle presenti, la migliore fu Somewhere out there (in Italia Luna Bella ).
Fievel sbarca in America è senz’altro uno dei maggiori successi extra-disneyani, uno dei più riconosciuti, altrimenti non ne avrebbero ricavato due sequel e addirittura una serie animata. Il primo dei seguiti fu Fievel conquista il West, nel quale si ripete, nel complesso, la trama del primo film, ma questa volta la meta diventa il Far West. Il secondo fu Fievel e il tesoro dell’isola di Manatthan, probabilmente ambientato tempo prima degli eventi del primo sequel.


Vorresti leggere altri articoli della nostra rubrica “Outside”? Allora premi qui!!!
Desideri leggere articoli facenti parte della nostra speciale rubrica “Inside”? Allora clicca qua!!!