DI GIOSUE’ TEDESCHI
Questo film è stato una sorpresa.
La storia mi ha coinvolto così tanto che non sono riuscito a fare attenzione alle sue caratteristiche di film – luci, colori, regia e tutte quelle cose lì. É riuscito nel miracolo di appassionarmi a un argomento di cui trovo si sia detto di tutto e di più: la segregazione razziale.
Certo, è importante e bisogna parlarne, ma trovo che sia molto difficile andare a trovare nuovi aspetti del tema o anche solo porlo in una luce diversa. Questo film però ci è riuscito splendidamente.
Quindi non ho molto da dire in realtà. Il viaggio emotivo che è riuscito a farmi fare è qualcosa di raro tra i film in generale e ancor di più tra quelli della categoria. Un’eccezione dove meno te l’aspetti – ma certo se ti aspettassi un’eccezione allora non lo sarebbe.

L’amicizia tra Tony Vallelonga e Don Shirley sembra davvero una di quelle cose che non potevano fare altro che capitare. Entrambi ne sono usciti migliorati – ma poi, come speri di non diventare amico di una persona con cui condividi un viaggio in macchina per tutto il sud degli Stati Uniti?
Ecco come dice qualcuno (sicuramente un saggio): a commuovermi sono gli incontri casuali, il loro modo di esporre la natura ineluttabile e disperata delle cose.
Vorrei chiudere con un paio di citazioni dal film, e un sentito invito a vederlo qualora poteste.
Tony, tu vincerai quando manterrai la tua dignità. E dalla dignità non si può prescindere.
Se ha voglia di vedermi sa dove trovarmi.
Si… ma non aspetterei. Il mondo è pieno di gente sola che ha paura di fare il primo passo.
Vorresti leggere di un altro film che racconta di segregazione razziale? Allora pigia qua!!!
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