DI ALBERTO GROMETTO
È oramai nota a tutti la celeberrima, terribile, infinita polemica (che lascia molto il tempo che trova!) sui film Marvel e sul genere supereroistico in generale: trattasi di vero Cinema o piuttosto di una lunga sfilza di film, vuoti e insignificanti, fatti tutti con lo stampino e che non vogliono raccontare nulla, se non accaparrarsi quanti più soldi e spettatori possibili?
A nostro modo di vedere, la domanda è mal posta. E ha poca ragione d’esistere. Entrambe le parti, da un qual certo punto di vista, possono avere torto come ragione. Non siamo qui per questo. Siamo qui piuttosto per ribadire come, pur di fronte a numerose pellicole che possono essere considerate effettivamente molto simili tra loro, il Cinecomic e nello specifico l’Universo Marvel ci abbiano regalato delle perle che mi sentirei di definire addirittura con quella parola di dieci lettere che tanto spaventa: C-A-P-O-L-A-V-O-R-O!!!
E uno di questi perlacei capolavori è senza la minima ombra di dubbio: GUARDIANI DELLA GALASSIA (2014)!!!
E del resto se un certo signore di nome STEVEN SPIELBERG dichiara non solo che questo è il suo film-fumetto preferito, ma è una pellicola che ha amato alla follia… ecco, diciamo che non ci sentiamo proprio gli ultimi cretini quando affermiamo quanto «Guardians Of The Galaxy» sia semplicemente meraviglioso e strepitoso.
E qui ci sentiamo di dover immediatamente nominare il GENIO (sì, GENIO!) al quale dobbiamo l’esistenza e la grandezza di questa pellicola: JAMES GUNN!!!
È il suo essere Autore ad aver reso questo film memorabile e innegabilmente indimenticabile. Il suo essere Autore. Cioè il saper essere se stessi e rimanere fedeli alla propria visione e al proprio sguardo autoriale, pur dentro un film facente parte di un franchising che dunque vorrebbe imporre le sue regole. Questo è riuscito a realizzare Gunn, James Gunn.
A chiunque me lo chieda, io dico sempre che TRE sono i miei film Marvel del cuore, dieci spanne e mezzo sopra qualsiasi altro. Li citerò qui di seguito IN ORDINE CASUALE.
Uno è il primissimo «THE AVENGERS» (2012) di Joss Whedon. Perché, beh, perché fu il primo. Perché per la prima volta loro, i nostri eroici supereroi, erano insieme, nello stesso film, e formavano una squadra che avrebbe cambiato, che piaccia o meno, la Storia del Cinema.
Ovviamente uno dei tre è il primo «IRON-MAN» (2008) di quel mattacchione di Jon Favreau. L’inizio di tutto. L’MCU (Marvel Cinematic Universe) è partito tutto da lì. Senza andare a parlare (che altrimenti non la finiamo più) di che IMPAREGGIABILE dono di recitazione e interpretazione ci ha regalato quello che è e rimane tra i più sublimi attori che esistano e cioè Robert Downey Junior, dirò solamente che questo film superoeristico annulla completamente l’elemento fantastico, o quasi. Lo azzera il più possibile. E ci viene così confezionato un film crudo e puro che parla di guerra e di terroristi e di armi. Che parla di un mondo in cui superpoteri cosmici o super-cattivi diabolici non esistono. Ma esistono cose vere. Qui sta parte della sua grandezza: nell’essere un film di supereroi senza supereroi, ma con un uomo comune dotato però di un’intelligenza straordinaria che un giorno apre gli occhi e deve salvarsi. E allora diventa un super-eroe, pur non avendo alcun super-potere.
Ecco, James Gunn con «GUARDIANI DELLA GALASSIA» fa proprio l’esatto contrario di «Iron Man». Spinge fortissimo il piede sul pedale dell’esagerazione e del favolistico ed esagera talmente tanto da risultare proprio per questo brillante, eccentrico, talmente sopra le righe da deliziare! Siamo nello Spazio, la Terra non c’è nemmeno. Giusto nei primi secondi, e poi basta. Dunque nemmeno ci sono, i terrestri. Eccezion fatta per il protagonista, abbiamo uomini blu incapaci di comprendere l’ironia, donne verdi spietatissime, procioni dotati di una grande parlantina e alberi viventi che sanno dire sempre e solo la stessa frase. Sì, mi riferisco proprio alle tre sentitissime parole: IO SONO GROOT.
Essenzialmente è tutto così perfettamente esagerato ed estremo e folle che là sta la vera forza motrice non solo di una pellicola ma del suo stesso monumentale Autore: il punto vero sta nel non prendersi sul serio realizzando però qualcosa di serio! Sì, perché vi sono valanghe di sarcasmo, ironia, comicità, divertimento e risate: ne esci con le lacrime agli occhi! Senonché, in mezzo a tutto questo spasso, quando d’improvviso irrompe anche la drammaticità della vicenda raccontata, le lacrime agli occhi non sono mica solo di gioia. In questo film viene raccontata la solitudine, l’essere soli, il non avere nessuno al mondo, o meglio, in tutta la Galassia. Sono personaggi stralunati, strampalati, fuori di testa quelli al centro di questo film. Goffi, impacciati, combina-guai, fuori-luogo, e interessati solo ai loro secondi fini, sia guadagnare soldi a palate sia assolvere a missioni per conto di terribili figuri belligeranti o ancora soddisfare la propria vendetta. Ma la verità è che trovano quello che non sapevano di stare cercando. E apparirà scontato o banale. Ma è l’Amore.
La Bellezza dell’Essere Insieme e Stare Insieme a Qualcuno. Sembra non gliene interessi più niente a nessuno in una realtà in cui solo soldi, sesso e potere contano. E invece è la ragione per cui è bello Esistere ed essere Vivi. E se c’è una cosa sola a questo mondo che ti può far sopportare così tanta solitudine e dolore, beh, sono proprio le persone che ami e di cui ti circondi.
Credo che sia stato il Destino a farmi vedere questo film al cinema nel lontano 2014. E credo sia stato sempre il Destino a portarmi a scriverci un pezzo oggi, a distanza di nove anni. Così da poter meglio comprendere cosa il film voleva raccontarci. E così da poter citare quel capolavoro di meravigliosa canzone che è «Supereroi» di Mr. Rain, presentata al Festival di Sanremo 2023. Perché mi sono reso conto di quanto forte sia la correlazione tra quel testo di una poeticità assoluta e questa perla di film di cui vi sto raccontando. «Perché da fuori non si vede quante volte hai pianto // Si nasce soli e si muore nel cuore di qualcun altro // Siamo angeli con un’ala soltanto e riusciremo a volare // Solo restando l’uno accanto all’altro». Nessuno da fuori sa quello che hanno dovuto patire Rocket il Procione Geniale, l’uomo albero Groot, l’omone blu Drax il Distruttore, la verde e pericolosa Gamora e il super cool Peter Quill alias Star-Lord. E nessuno potrebbe immaginare che questi gretti individui siano Angeli. E questo perché nemmeno loro sanno. Ma poi si rendono conto di poter volare, stando insieme.
«Camminerò
A un passo da te
E fermeremo il vento come dentro agli uragani
Supereroi
Come io e te
Se avrai paura allora stringimi le mani
Perché siamo invincibili, vicini
E ovunque andrò sarai con me».
Un albero o un procione o chiunque altro di loro non valgono chissà che, dicono. Eppure insieme sono Invincibili. Insieme sono Supereroi. Insieme trovano quella famiglia a cui sentono di appartenere. I Guardiani Della Galassia? Possono davvero questi scalmanati essere questo?
«Ci sono ferite che non se ne vanno nemmeno col tempo // Più profonde di quello che sembrano // Guariscono sopra la pelle, ma in fondo ti cambiano dentro // Ho versato così tante lacrime fino ad odiare me stesso» continua quella meraviglia assoluta targata Mr. Rain. Non esiste una cura per tutto questo dolore, non esisterà mai. Sapete però che esiste? Un motivo per cui vale la pena affrontarlo. E quel motivo, per i Guardiani, è stare insieme l’uno con l’altro.
E poi, quando piangi di fronte ad un uomo albero che, guardando negli occhi un uomo-procione, gli dice “Noi Siamo Groot”… beh, allora quel film non può che essere veramente etichettato come CAPOLAVORO ASSOLUTO, a mio modo di vedere! Credo che su questo saranno tutti d’accordo, naturalmente.





