DI ALBERTO GROMETTO
Da che ne ho memoria, io ho sempre amato la Storia. Non sono tipo da etichettare o categorizzare, ma devo ammettere che c’è un che di spassionatamente e terribilmente affascinante – dal mio punto di vista – nelle classificazioni, nelle periodizzazioni, nelle suddivisioni. E quando si parla di Storia, io rimango sempre enormemente intrigato dal tentativo – forse vano? – dell’Umano di “ordinare” la Storia. Di norma, guardando alle classificazioni odierne, Essa viene divisa in:
- Preistoria, che termina con l’invenzione della Scrittura;
- Storia Antica, che finisce il 4 Settembre del 476 d. C. col crollo dell’Impero Romano;
- Medioevo, che trova conclusione con la scoperta dell’America il 12 Ottobre 1492;
- Storia Moderna, che arriva fino al 5 Maggio 1821, giorno della dipartita di Napoleone Bonaparte;
- Storia Contemporanea, nella quale viviamo attualmente.
Ora il punto però è: quale il mio preferito?
E io, oggi come vent’anni fa, “vado a colpo sicuro” e so perfettamente che rispondere: STORIA ANTICA!
Quand’ero un piccolo infante, gli Egizi e quel che di grandioso riuscirono a realizzare – basti pensare a quel capolavoro architettonico che sono le Piramidi! – mi lasciavano come incantato, meravigliato, stregato. Sebbene successivamente, ancora comunque in età infantile, il mio amore se lo conquistò un altro popolo. Un popolo che – ai tempi – sottomise proprio gli Egizi. Così come tutto il Mondo allora conosciuto.
Sto parlando dell’Impero Romano e di ROMA LA GRANDE!

E se anche le Piramidi sono una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico – questo non lo metto in dubbio! – rarissimi e infinitamente preziosi e sovrumani sono i maestosi e monumentali capolavori architettonici capaci di farmi dimenticare di me stesso e dell’epoca storica nella quale mi trovo, finendo per farmi credere di essere realmente stato catapultato in un’altra epoca.
Il PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI è uno di questi capolavori, uno dei luoghi più belli al Mondo (antico o moderno che sia!), tra i miei posti preferiti in assoluto.
Solo in tempi recenti, ho deciso di ripercorrere attraverso alcuni miei articoli la Storia dell’Architettura, onde poter immergermi a piene mani in una forma d’arte che troppo spesso viene dimenticata nel momento in cui si pensa all’Arte in termini assoluti. E in quello stesso preciso momento non ho potuto non pensare a Pompei e a quello che m’ha regalato. Perché quando si parla di Pompei, non si può non gridare al miracolo.

Era Domenica 24 Ottobre del 79 d. C. quando il Vesuvio eruttò portandosi dietro la città di Pompei e i comuni limitrofi. Un evento nefasto, sconvolgente, dolorosissimo, e assolutamente insensato. Ma senza smettere di scuotere la testa tristi e sconsolati di fronte a quell’eruzione foriera di Morte e Distruzione, quantomeno applaudiamo alla Vita e alla Creazione che adesso sgorgano in quel luogo. Quasi millesettecento anni dopo – per volere della dinastia dei Borboni delle due Sicilie – precisamente nel 1748, vennero inaugurati gli scavi che avrebbero fatto riemergere da oltre sei metri di cenere e lapilli uno dei più complessi, grandiosi e imponenti siti archeologici mai esistiti e che dal 1997 rientra nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.
Ora, io potrei passare ore intere a raccontarvi di Pompei, del suo fascino unico, dei suoi angoli conosciuti così come di quelli più nascosti. Ho avuto l’immensa opportunità e sconfinato privilegio di visitarla più volte e a più riprese. Potrei porre l’accento su come esista un solo luogo nel quale sia possibile visitare una città romana nella sua interezza, e quel luogo è Pompei. Potrei esprimere le mie più festose e liete congratulazioni al Direttore del Parco GABRIEL ZUCHTRIEGEL, la cui professionalità commovente e il cui lavoro assolutamente egregio non possono che meritare il mio applauso più fragoroso e spassionato. Potrei addirittura parlarvi di come non esista quasi nessun sito archeologico al Mondo entro il quale sia possibile portare i propri dolcissimi pelosetti bauini. Perché sì, chi vi scrive è una di quelle persone che ha consegnato il proprio cuore nelle soffici zampettine di queste creaturine angeliche, che sono i nostri cani. Due sorelline m’aspettano a casa: Stella e Drusilla, cucciolotte di chihuahua tenerissime quanto… quanto ferocissime! Drusilla ancora doveva esserci quando visitai Pompei per l’ultima volta, Stella già c’era. Perché di siti archeologici in cui sia possibile portare i propri pelosetti quasi non ne esistono, ma sai dove puoi trovarne uno? A Pompei, che non solo è un Tempio Architettonico di Bellezza, ma pure un Faro del Pet Friendly!

Quello che mi limiterò a dire credo sarà – per una volta, data la mia proverbiale e nota prolissità! – tacere e lasciar parlare chi tra i Romani ha saputo brillare: l’immortale ed eterno autore PUBLIO VIRGILIO MARONE! Che nella sua mastodontica opera «L’ENEIDE» fece dire per bocca del padre di Enea – il vecchio Anchise:
“I Greci scolpirono il gelido marmo fino al punto di dargli quasi vita, i Greci composero grandi orazioni e misurarono il cielo in modo così esatto da predire il sorgere delle stelle. Ma voi Romani avete un grande animo. Governate i popoli con autorità per garantire la pace sotto il dominio della legge, per conquistare i potenti e mostrare loro pietà dopo averli conquistati”.
Io sono un tizio che ha amato i Romani sostanzialmente tutta la Vita, che ne canta di continuo le gesta, che pensa di voler vivere in quei tempi che sanno di Gloria e Grandezza. Che si fa chiamare “AUGUSTO” Direttore perché uno dei suoi più grandi e intramontabili idoli è proprio Augusto l’Imperatore. E a chi mi chiede perché ami i Romani e perché stare a Pompei per me è quasi come poter abitare il Paradiso, rispondo sempre in questo modo:
Esistono termini che sanno di Grandioso, termini quali Colossale, Ciclopico, Monumentale. Ma quello che spesso ci si dimentica quando si pensa alla Vera Grandezza, è come essa nasca sempre da ciò che è stato piccolo. Quasi tutto quello che oggi è Grande, una volta era minuscolo. L’autentica grandiosità sta proprio in quello, nel fatto che solo Tu puoi decidere che qualcosa sia piccolo o meno. Perché nessun limite è abbastanza invalicabile da non poter essere oltrepassato, vinto, superato. Perché limiti non esistono, se Tu decidi che non devono esistere. Tu decidi la tua Grandezza. E magari quello che tu di piccolo ti ritrovi ad avere in mano oggi, un domani sarà quanto di più Grande possa esserci.
I Romani erano stati un tempo quattro pastori che credevano in un Sogno, quello di tenere nelle loro mani i Destini del Mondo. E così è stato. Ci è voluto il suo tempo, han dovuto sconfiggere nemici temibili e conquiste in ogni dove li han portati sempre più in alto. I Greci sicuramente seppero realizzare meraviglie, ma fu Roma che fece il miracolo. Roma, che non guardava ad altri con quel senso di superiorità tipico della grecità ma con voglia di imparare, di fare, di realizzare.

Ma vi rendete conto che ai tempi dei Romani cose come fognature e riscaldamento già esistevano? Sono stati capaci di edificare intere città, quelle stesse città che magari ai loro occhi, durante la loro epoca, non erano “niente di che”. Ma che Noi oggi – in milioni! – veniamo a visitare ammirati e financo commossi. Perché sì, quando vedo quella Grandezza Grandiosa e penso a cosa l’Umano sia stato in grado di fare, io non posso fare a meno di commuovermi.
E tra le cose che la sacra e nobile Arte dell’Architettura m’ha insegnato, c’è anche questa: che per apprezzare un popolo, conoscerne le tradizioni e la cultura e la storia, non esiste niente di meglio che vedere dove abitava.


Perché il dove abiti e il come costruisci il luogo che scegli di vivere, racconta chi sei e cosa sei stato capace di fare e soprattutto quello che hai in mente di fare. Perché il posto in cui stai e che ti sei creato incarna quello che sogni di creare un domani.
E quando guardo a Pompei e a dove vivevano i nostri Progenitori Gloriosi e al loro esempio straordinario, non posso che dire mentre una lacrima mi riga un’augusta guancia: Roma è stata Grande, ma se eruzioni varie (non solo vulcaniche) non si fossero messe di traverso, chissà cos’altro avrebbe realizzato e dove sarebbe arrivata. Abbiamo le loro orme però, le tracce indelebili di quello che hanno fatto e che ancora sopravvivono nonostante tutto e tutti, a fare da monito e a spronarci e ricordare che nulla è impossibile, financo toccare le Stelle, se è quello che sogni.
L’Architettura, proprio perché pone barriere, ci insegna come superarle rammentandoci che il solo limite con cui abbiamo a che fare siamo sempre Noi e che quello che abbiamo dentro e che ci muove – la nostra personale Grandezza – sarà sempre più forte.


MAZZA, essere accompagnati da Te passo a passo non ha fatto altro che rendere ancor più magica un’esperienza che già di suo non poteva che essere indimenticabile; grazie infinite di aver reso memorabile quel giorno indelebile)
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