Sanremo 2024 (o perché è una pessima idea farmi fare i commenti a caldo delle canzoni)

DI ORIANA FERRAGINA

Un altro anno è iniziato e, con Febbraio, ecco che arriva l’appuntamento che dal 1951 allieta le serate degli italiani: il Festival della Canzone Italiana che si tiene nel comune di Sanremo, in Liguria, e che viene trasmesso dalla Rai sin dalla sua prima edizione! E anche quest’anno Rai 1 si è aggiudicata i diritti per poterlo trasmettere. E quindi, come da tradizione, non potevo non vederlo anch’io!

Perciò, dopo aver convinto (leggi “obbligato”) mio padre a sintonizzarsi sulla rete giusta, ecco i miei commenti personali sulle 30 canzoni in gara quest’anno; perché sì, quest’anno Amadeus ha deciso, in qualità di conduttore, di far partecipare due artisti in più rispetto ai 28 canonici e di farli esibire tutti in un’unica serata che quindi durerà fino alle 3 del mattino, per la gioia della sottoscritta (leggi “disperazione mista a rassegnazione”).

Attenzione: questa è la mia pagella personale su quanto ho sentito durante la sera del 6 Febbraio e, in alcuni casi, posso essere stata veramente spietata. Quindi non vi stupite se vedete insufficienze gravi… oppure voti al di sotto dello zero.

Senza indugi, ecco la mia pagella della prima serata del Festival di Sanremo 2024:

1

Direttamente da “Mare fuori”, ecco che Clara scende le scale dell’Ariston e sale sul palcoscenico per cantare “Diamanti grezzi”, diretta dal Maestro Valeriano Chiaravalle. E la prima cosa che noto è che, nonostante la serie da cui proviene sia ambientata a Napoli, non si sente molto il tipico accento; questo non mi impedisce di notare che la ragazza sembra avere il mal di pancia e la cantilena non aiuta il mal di testa di cui soffro giornalmente; tra i commenti taglienti di mio padre, vi è il fatto che la cantante borbotti velocemente la prima strofa nel microfono, come se non fosse sicura di ricordarsi tutto quello che deve dire nei 20 secondi iniziali della canzone e come, nell’ultimo ritornello, l’orchestra sovrasti completamente la sua voce tant’è che in più punti io non riesco nemmeno a sentire quel che stava dicendo. E meno male che aveva vinto Sanremo Giovani, l’anno scorso. Voto: -5

2

Con un vestito che sembra rubato al fratello maggiore (e non riesco a capire se ridere o pentirmi di dover vedere Sanremo con mio padre, se questi sono i commenti…), è il turno di Sangiovanni a salire sul palco dell’Ariston, con “Finiscimi”, diretto dal Maestro Davide Rossi, e non appena inizia a cantare… io sono già certa che tutti gli artisti di Sanremo hanno mangiato insieme in un ristorante che ha servito loro del cibo avariato; ma, almeno, questa volta riesco a seguire quel che sta dicendo l’artista, che è già un punto in più rispetto a Clara. Certo, nonostante la musica pimpante, Sangiovanni sembra volersi sparare un colpo in testa… ma dal titolo, effettivamente, la cosa è coerente; ovviamente, quando borbotta l’ultima parte del pezzo mi viene il forte sospetto che molti useranno questo trucchetto per mascherare che stanno per steccare; inutile qui, visto che Sangiovanni è noto per non azzeccare tutte le note. Voto: 4 e mezzo

3

Con i ricci rossi che la contraddistinguono, Fiorella Mannoia sbuca sulla cima della scale per cantare “Mariposa”, il brano che porta al Festival, diretta dal Maestro Clemente Ferrari: la canzone è femminista, come ci si aspetta dalla Mannoia, famosa per le sue canzoni dedicate alle donne e alla loro emancipazione; questo non le dà il diritto di spaccarmi un timpano sin dalla prima nota. Almeno il testo ha un senso logico e un leitmotiv concreto e lei sa stare sul palco; oltre ad avere un vestito elegante e sgargiante da far invidia. Voto: 6-

4

È la volta de La SAD, alla loro prima partecipazione al Festival di Sanremo, dove hanno portato “Autodistruttivo”, diretti dal Maestro Simone Bertolotti; e, dopo essere rimasta momentaneamente sola in casa (quindi niente commenti sarcastici di sottofondo!), mi preparo ad ascoltarli. E, alla fine della canzone, affermo subito con sicurezza che la loro è quella che mi è piaciuta di più fino a quel momento della serata. Sono riusciti a mantenere il loro stile punk e portando una canzone con un testo che si capisce e d’interesse sociale. La scenografia e i costumi sono azzeccati e pensati bene. Voto: 8 e mezzo

5

Con la sua quinta partecipazione al Festival, Irama ormai ha la sicurezza di un veterano quando discende le scale dell’Ariston per cantare “Tu no”, diretta dal Maestro Giulio Menna; ma, nonostante il titolo interessante, forse Irama dovrebbe allontanare la bocca dal microfono giusto un pochino, non far prendere infarti con urla improvvise e ricordarsi di aprire sempre la bocca, nel mentre che canta. Voto: 5

6

Veterano del rap e famoso sulla scena urban (parole parafrasate di Amadeus) e, anche lui, alla prima volta a Sanremo, arriva sul palco Ghali, che verrà diretto dal Maestro Enrico Melozzi durante la sua interpretazione di “Casa mia”, che inizia in media res. Ma le parole vengono sovrastate dalla musica tecno, quindi non è che riesco a coglierle tutte. Presenza scenica magnetica e vestito sbrilluccicante, la canzone di Ghali avrà molto successo in radio e il suo tema attuale scatenerà di sicuro qualche problema, nei prossimi mesi. Divertenti gli animali/mostri che appaiono all’improvviso. Voto: 7

7

Iniziando a baciare Amadeus con fare da padre (dopo che il presentatore ci ha tenuto a sottolineare il fatto che il gruppo è partito proprio da Sanremo 19 anni fa), Giuliano Sangiorgi si presenta insieme ai Negramaro sul palco dell’Ariston in nero e con la tranquillità di chi sa già che, comunque vada, i piccioli li ha guadagnati anche quest’oggi. Diretti dal Maestro Simone Falasca, Sangiorgi inizia a cantare “Ricominciamo tutto”, buttandosi in un’interpretazione che, citando lo stesso Giuliano, se ne frega di cosa succederà dopo: noi suoniamo come ci pare; e così fanno, aggiungendo voci registrate dalle missioni della NASA nello spazio. Comunque esibizione coerente allo stile del gruppo; ma ho sentito canzoni migliori, da loro. Voto: 6 e mezzo

8

Non scendendo le scale e sorprendendo molto Amadeus, alla sua sesta volta a Sanremo, appare Annalisa, anche lei completamente in nero: dal collarino fino alla giacca enorme, e pure il body. Diretta dal Maestro Daniel Bestozzo, la cantante si presenta in gara con “Sinceramente” e, quando parte la musica, giuro che si è ispirata al film “Five Night At Freddy’s”; ma Annalisa inizia a cantare ed è intonata, riesco a capire le parole e segue il suo solito stile, perciò accantono la cosa per il momento. Almeno fino al ritornello, quando confermo che Annalisa si è ispirata al film tratto dal gioco, visto che il coro è uguale alla colonna sonora della pellicola; anche la fine del brano non fa che rafforzare la mia opinione circa l’influenza esercitata dalla soundtrack principale di FNAF. Voto: 8

9

Due partecipazioni a Sanremo e due vittorie! Presentato da Marco Mengoni, Mamhood fa di tutto per non ridere dei conduttori ammanettati che ha alle spalle. Diretto dal Maestro Carmelo Patti nella sua “Tuta gold”, il cantante si presenta sul palcoscenico con un gilet pieno di tasche e dei pantaloni neri di pelle, riconfermando per quale motivo ha vinto due Sanremo con il suo inconfondibile stile canoro e musicale. Con un tema simile a “Soldi”, la canzone sarà un’altra che spopolerà in radio, grazie al suo ritmo incalzante e ad alcune scelte azzeccate. Voto: 9

10

Dopo aver commentato “Il tizio di Fai rumore no!”, mi vedo arrivare Diodato sul palco dell’Ariston, dove sarà diretto dal Maestro Rodrigo d’Erasmo, per cantare “Ti muovi”; cosa che fa seduto sulle scale completamente vestito di bianco (tanto, con il successo che ha avuto, soldi ne ha: di sicuro si può permettere la lavanderia a secco!). Comincia a cantare con calma, senza cercare minimamente di raggiungere gli infrasuoni con la propria voce… un netto miglioramento rispetto alla scorsa canzone che ha portato a Sanremo. Il corpo di ballo che lo segue è bravo. Voto: 6 e mezzo

11

Per il malessere di mia madre, appena tornata dal lavoro, la prossima artista a salire sul palco è Loredana Bertè. È la sua dodicesima volta in gara. A questo giro porta “Pazza”, diretta dal Maestro Luca Chiaravalli e steccando per gran parte della canzone Bertè si dichiara pazza… cosa con cui concordo, perché è da pazzi presentarsi sul palco continuando a steccare da un verso all’altro. Ritorna il borbottio (odio quando ho ragione) e l’unica cosa che salvo dell’esibizione sono i capelli blu di Loredana, oltre che il suo coraggio per aver indossato quel vestito super corto. E poi, almeno, riesco a capire il testo! Voto: 2/3 (e ho cambiato il voto dal 2 al 2/3 solo per amore di mia madre)

12

Portando una canzone con il titolo napoletano e rompendo la monotonia della serata, sale sul palco Giolier con “I p’ me, tu p’ te”, diretto dal Meastro Francesco d’Alessio… fino a quando non si mette a cantare il ritornello in italiano! E mi torna il sospetto che i cantanti di Sanremo abbiano mangiato qualcosa di avariato prima di salire sul palco. Scusate ma, con il suo strascicare il cantato e il suo respirare affannosamente nel microfono, Giolier mi ha confuso un po’ le idee, facendomi aumentare il mal di testa… sono certa che il ragazzo deve decidersi: o canta in italiano, o in napoletano! Voto: 0.5

13

Con partecipazioni solo in qualità di ospite finora, si presenta al suo primo Festival come partecipante in gara Alessandra Amoroso, diretta dal Maestro Francesco Mancarella, con “Fino a qui”; e tra commenti sul vestito, il fatto che lei non stia simpatica a nessuno in casa mia e mio padre che canticchia al suono del piano presente sul palcoscenico, Alessandra inizia… e qui posso dire che mi torna di nuovo, ebbene sì, proprio quel sospetto! Che i cantanti abbiano mangiato qualcosa di avariato. Inoltre, visto che Diodato non ha urlato, ci pensa l’Amoroso a farlo. La sua esibizione conferma il perché mi piaccia solo una canzone dell’Amoroso… e mi sto pentendo di questo fatto. E via di stecca sull’urlo del ritornello! Voto: -11

14

All’arrivo dei The Kolors, diretti dal Maestro Valeriano Chiaravalle durante l’esecuzione del loro brano “Un ragazzo una ragazza”, il mio umore migliora; e quando Stash inizia a cantare, mi rilasso completamente, perché almeno so che il cantante sa cantare. A me piace abbastanza la loro musica, loro sanno suonare e riesco a seguire la storia che la canzone vuole raccontare. E questo a Sanremo ci sta; di sicuro la canzone diventerà un tormentone estivo. Voto: 7 e mezzo

15

Dopo il successo di “Che to’ dico a fa’”, che l’ha resa famosa, Angelina Mango arriva sul palco dell’Ariston per cantare “La noia”, diretta dal Maestro Giovanni Pallocchi; e con il fatto che il brano è stato scritto da Madame e Dardust, di certo la Mango arriverà almeno alla top ten della classifica di Sanremo: è sicuro. Indossando un vestito che sembra fatto con il rivestimento di un divano barocco (che non vuol dire che non mi piaccia, ma è la prima cosa che mi è venuta in mente quando l’ho visto), la cantante almeno sa cantare e sa ballare sopra delle zeppe che, se provassi a farlo io, le mie caviglie si spezzerebbero in un istante. Di sicuro è una delle canzoni che ha attirato la mia attenzione a questo Festival; comunque si sentono le tonalità neomelodiche nello stile di canto della Mango. Voto: 7/8

SANREMO, ITALY – FEBRUARY 06: Angelina Mango attends the 74th Sanremo Music Festival 2024 at Teatro Ariston on February 06, 2024 in Sanremo, Italy. (Photo by Daniele Venturelli/Daniele Venturelli/Getty Images )

16

Diretti dal Maestro Diego Basso e con “Capolavoro”, Il Volo scende sul palco tra i battibecchi dei miei genitori, che non riescono a capire come sono vestiti: mio padre afferma che hanno indosso un kimono, mentre mia madre nega la cosa; io alla fine sclero, perché con il loro battibeccare non sono riuscita a cogliere il nome di chi dirige il terzetto e ho dovuto cercarlo su internet; al ritornello i miei giungono alla conclusione che i tre hanno delle giacche stile giapponese. Per quanto riguarda me, non ho niente da criticare: i tre sanno cantare, la canzone ha un suo significato e si riesce a sentire e seguire (anche se banale); loro sono un po’ ingessati, è vero, ma è qualcosa che ci si aspetta da tre tenori. Che altro c’è da dire? Bravi. Voto: 8

17

Attivista contro il body shaming e in un duetto con Elodie nella serata delle cover dell’anno scorso, Big Mama scende le scale dell’Ariston con un sorriso, per essere diretta dal Maestro Alberto Cipolla in “La rabbia non basta”. Quando inizia a cantare, però, se non guardassi la tv mi verrebbe da pensare che si tratti di una registrazione: sta usando l’autotune per abbassare la propria voce. Canzone attivista (e non credo che stupisca, dopo la presentazione fatta da Amadeus e quanto accennato prima), è orecchiabile ma niente di che. Verso la fine la ragazza stona ma, tutto sommato, non è pessima la sua esibizione. Si salva in corner, almeno. Voto: 6/7

18

Impacchettati con un nastro rosso sgargiante, I Ricchi e Poveri, dopo 32 anni, ritornano sul palco del Festival come concorrenti. Verranno diretti nella loro “Ma non tutta la vita” dal Maestro Lucio Fabbri; anche se, alla prima strofa, ho paura, per un momento, che questa sia un medley delle loro vecchie canzoni, visto che lui inizia con un “Che confusione”. I due sono un po’ ingessati nel mentre che ballano, ma non posso criticare la cosa più di tanto, se conto quanti anni hanno. A metà esibizione entrano in scena dei ballerini con grossi fiocchi rossi e non mi stupisce neanche minimamente la cosa. L’unica consolazione è che sanno cantare… e basta. Roba trita e ritrita, e rischio di addormentarmi sulla tastiera. Voto: 5/6

19

Dalla platea Amadeus presenta Emma sul palco. Diretta dal Maestro Alberto Cipolla, parte il ritmo di “Apnea”, rubato ad una delle canzoni che l’hanno preceduta (grazie papà per avermelo fatto notare!). C’è da dire che Emma, almeno, è coerente a sé stessa; e, ripeto, non è una cosa malvagia, ma vorrei un che di nuovo a Sanremo. Almeno per una canzone, vi prego! E comunque, o il volume del mio televisore è troppo basso e non mi fa sentire bene, oppure la musica sovrasta di alcune tacche il microfono di Emma. Voto: 5

20

È il momento del duo Renga/Nek che, tra i due, hanno partecipato 11 volte al Festival, ma questa è la prima volta insieme, diretti dal Maestro Francesco Chiaravalli, con un pezzo intitolato “Pazzo di Te”; e tra Renga che porta i peperoncini dell’Inter e Nek che cerca di guardare dall’altra parte, i due cantanti arrivano sul palco e io mi rilasso, perché almeno questi due sanno cantare. Alla fine confermano le mie aspettative, che di partenza non erano alte, perché questo è Sanremo e le mie speranze sono, ormai, molto basse a prescindere; anzi le superano in un paio di punti. Voto: 7/8

21

Con un cartellone che dice “Daje che siamo a metà” prima della pubblicità (merito di Mengoni), Amadeus presenta Mr. Rain, tornato a Sanremo quest’anno con “Due altalene” e diretto dal Maestro Enrico Melozzi. Il rapper inizia a cantare e va tutto bene fino a quando non usa l’autotune nel ritornello per distorcere la voce. L’irritazione mi sale lungo la schiena, e non perché non sopporto l’autotune, ma perché stona, in quel momento, usarlo. Canzone d’amore un po’ melensa e, come le altalene sul palco, va su e giù lungo la scala. Un momento prima dici “Mi piace” e il momento dopo “Chi diamine ti ha scritto sta canzone di m****!?”. Buona. Voto: 6/7

22

Portando “Governo punk”, direttamente dai social appaiono sul palco i Bnkr 44, che verranno diretti dal Maestro Enrico Melozzi; e con un titolo del genere, mi aspetto effettivamente un pezzo punk… che però di punk ha solo il titolo, perché mi ritrovo invece un pezzo rap; o, almeno, questo sembra alle prime note della tastiera elettronica di uno dei membri del gruppo/branco. E sarà l’ora tarda, ma ad un certo punto, quando uno dei ragazzi inizia a cantare, mi sembra di sentire Blanco; so già per certo che questa sarà una delle canzoni che mi dimenticherò non appena il Festival sarà finito. Voto: 2/3

23

Dall’hindie-pop italiano, arriva a Sanremo per la prima volta Gazzelle, con “Tutto qui”, diretto dal Maestro Enrico Melozzi, alla terza canzone consecutiva che dirige (oggi Melozzi potrà mangiare!); Mengoni si mette gli occhiali da sole al chiuso e di notte, proprio come il cantante sul palcoscenico; Gazzelle inizia a borbottare nel microfono… un altro! Al ritornello comincia a cantare ad un livello normale di voce, per poi strafare nella strofa successiva. E, nel mentre che ascolto una giornata tipo di Gazzelle, mi ricordo che è solo l’una e mancano altre due ore. Finendo con un sussurro che, per colpa del volume basso, non mi fa afferrare le parole, Gazzelle saluta la mamma ed esce dal palco. Voto: con “quanto glie do a sto’ tizio”, l’autrice di questo articolo non sa dove sbattere la testa e, perciò… 1 e mezzo, per levarmelo di torno che sto dando il voto nel mentre che ascolto Dargen D’Amico.

24

Vestito sobriamente con orsetti di peluche marrone staccabili (come ci dimostra quando ne regala uno a Marco Mengoni, che si commuove), entra in scena Dargen D’Amico; un altro con gli occhiali da sole al chiuso e di notte, che porta pure Amadeus a mettersene un paio. Diretto dal Maestro Enzo Campagnoli, Dargen inizia a cantare “Onda alta” su una base tecno che rispecchia molto lo stile dell’unica altra canzone sua che ho sentito; ovvero “Dove si balla”, presentata sempre a Sanremo. Vorrei far notare il coro in piedi sulle scale con occhiali da sole pelosi, che riprendono gli orsetti che adornano il vestito del cantante. Esibizione magnetica, tanto che scrivo mentre fisso lo schermo del televisore, non riuscendo quasi a staccare lo sguardo dal cantante. Voto: 8/9

25

Debuttando anche lei a Sanremo (quest’anno sembra essere l’anno dei debutti, a quanto pare!), sul palco dell’Ariston arriva Rose Villain, la quale canterà “Click boom!”, guidata dal Maestro Davide Rossi. Impostazione rigida e sguardo altezzoso, l’artista parte basso ma alza subito il tono. Non so se mi sta sulle scatole o se la rispetto: vedremo alla fine dell’esibizione; so già, però, che non mi piace il suo abito, pur sapendo ballare e riuscendo a tenere le note, senza strafare troppo… anche se, proprio mentre scrivo questo, la ragazza alza il registro e, pur con il volume basso, riesco a sentire quanto strilli. Il ritornello con “click” e “boom” è orecchiabile e andrà bene nei reel su Instagram. E il verdetto è che l’artista mi è indifferente/simpatica: adoro i suoi capelli blu. Voto: 5

26

Diretti dal Maestro Dario Mestonzo e con “L’amore in bocca”, dopo aver vinto X-Factor nel 2022, debuttano al Festival i Santi francesi: vestiti come se avessero usato il pezzo di sopra di un unico smoking, i due artisti si presentano sul palco, montato con un piano e una centralina elettronica/tastiera, cantando una classica canzone di Sanremo; ovvero romantica e con il ritornello dove il cantante alza il tono di voce. Nella seconda parte il pianista/tastierista usa gli effetti elettronici della tastiera, seguendo il filo di altre canzoni presentate al Festival negli ultimi anni. Ma, devo ammettere, dopo 25 cantanti, non mi dispiace proprio una canzone classica di Sanremo. Voto: 7 e mezzo

27

Specialista in tormentoni estivi e al suo primo Sanremo come partecipante, Fred de Palma scende sul palco con una cravatta argentata (che, in un primo momento, mi era sembrata un fazzoletto argentato) sulla spalle, come se l’avesse dimenticata lì dopo essersela lanciata oltre una spalla. Diretto dal Maestro Valeriano Chiaravalle e con “Il cielo non ci vuole”, Fred inizia a cantare, nel mentre che io cerco di vedere se Ana Mena è nascosta da qualche parte sul palco; e dopo questo commento, capisco che si sta avvicinando l’una e mezza e io sto cadendo nel brutto vizio che ho, ovvero diventare passiva aggressiva quando sono estremamente stanca, e perciò mi scuso con il cantante. Comunque l’artista porta una canzone che è la classica canzone di Sanremo, ancor più della precedente, e posso capire la motivazione dietro questa scelta di Fred de Palma. Voto: 6 e mezzo

28

Dopo aver quasi vinto Sanremo Giovani l’anno scorso, il polistrumentista Maninni ritorna con “Spettacolare” e debutta ai Big, diretto dal Maestro Enrico Brun. Con il pensiero che mancano solo più due canzoni, inizio a sentire il brano del giovane cantante, di cui non ho sentito e capito il nome fino a quando non l’ho letto sullo schermo del mio televisore, e inizio a sospettare che tutte le canzoni che seguono i canoni di Sanremo le hanno messe all’ultimo; o sono i 27 brani che ho ascoltato che si mischiano uno con l’altro… e mi sa che ormai sono arrivata al mio limite di canzoni ascoltate in una serata! Lui almeno sa cantare e ringrazio il cielo stellato che non mi sono beccata dei gatti a cantare così tardi. Voto: 8

29

Finalmente arriva sul palco l’artista che, da quando l’ho visto all’anteprima di Sanremo, aspettavo con ansia: Alfa, che l’anno scorso non ha potuto partecipare per via della febbre, debutta quest’anno con “Vai”, diretto dal Maestro Valeriano Chiaravalle, e non mi delude; so già che nei prossimi giorni riascolterò altre sue canzoni e ne scoprirò di nuove. Dopo aver regalato i fiori al contrabbasso che ha cantato tutta la canzone, e sbagliando per due volte la designazione dell’artista a causa dell’ora tarda (prima chiamandola violinista e poi violoncellista), il ragazzo classe 2000 esce di scena. Voto: 9

30

Con un cartellone che chiede “Quanti ne mancano?” e un sonoro “UNO!” da parte mia e di Amadeus, Mengoni presenta l’ultimo artista in gara: diretto dal Maestro Carmelo Banfi, con il brano “Fragili”, entra in scena Il Tre, maestro del free style; anche se io confondo il suo nome e sento Il Re e non Il Tre. Con un look abbastanza sobrio, ovvero giacca e pantaloni bianchi decorati con disegni neri sfoggiando il petto nudo e tatuato, il rapper inizia a cantare; la canzone è orecchiabile e si sente l’influenza del free style nella seconda parte. Anche questa la riascolterò nei prossimi giorni e ringrazio il cielo che la serata finisca con un brano decente. Voto: 7

E concludo qui la mia pagella delle canzoni di Sanremo, aspettando di vedere come si concluderà quest’anno il Festival.

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