Il viandante e madama Povertà

DI LUCA GARNERO

Il viandante e madama Povertà

Nel limitare di una strada

secca e arida e come avvolta da un grigio alone di nebbia

una vecchia ossuta e dall’andatura storta e sghemba ho incontrato,

che alzando lo sguardo spento prese a parlarmi con voce roca e graffiata:

“Son la compagna di sventure e la foce del mar della solitudine,

mi presentano con un nome stillante grevi respiri, che turbinano nella notte senza fine né principio,

le genti del mondo mi evocano contro i lor piú acerrimi nemici

ed io ascolto con soddisfazione il loro nero richiamo,

al mio passaggio ogni cosa tace

financo i vagiti dei bambini,

reco meco mia sorella vergogna

che come vedi si nasconde sotto il mio manto che tutto ‘asconde,

l’inferno ogni volta esala fiamme alte sino al cielo,

io esco dalle segrete stanze della storia

insinuandomi attraverso le pieghe delle vesti del più ricco tra i signori del mondo

ricacciandolo nelle cloache più fetide e lerce.

Oh caro viandante,

non accennare mai un sorriso nei miei riguardi,

soluno sguardo di pietà

e mani prodighe e tese e vogliose di donarsi agli sventurati che incontri per la via,

nuovi sogni dona a coloro di cui io mi nutro”.

E la vecchia si addormentò

stanca al limitare della strada

senza neanche un augurio di buon viaggio,

il viandante se ne andò

accolto dal buio e solo innanzi all’immensità del mondo.

Se ami la Poesia, non potrai non voler leggere questo articolo!!!

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