DI GIOSUE’ TEDESCHI
*Il Glass Onion sembra avere tanti strati, ma il centro è lì, in bella vista.*
Eccoci nel secondo capitolo della serie di film Knives Out. Altro riccone, altra famiglia che questa volta è gruppo di amici, altri attriti interni che portano a un altro omicidio. Stesso detective, stessi rischi del mestiere.
All’inizio del film ovviamente non si sa ancora nulla del caso e possiamo semplicemente prenderci un momento per apprezzare a livello architettonico la struttura in cui si trovano.
Una cosa che mi piace molto di questi film è che è facile seguire il filo dei pensieri del detective, non c’è nulla di particolarmente oscuro. Almeno a una prima occhiata.
Quindi anche qui il primo livello è capire chi ha assunto il detective. Il secondo è farsi un’idea delle relazioni tra le persone. Al terzo si avverte la vittima della sua situazione. Sempre che sia quella la vittima e quella la situazione. Quarto, si lascia che le cose sfuggano di mano, dopotutto non possiamo dare l’idea di star controllando tutto no?. Le lasciamo andare, standone fuori.
Dal punto di vista del detective. Mentre dal punto di vista dell’assassino si lascia che il padrone di casa convinca tutti a restare per il weekend. Ma l’assassino sa che il detective starà attento a lui.
Cinque, lasciar iniziare il gioco di quel weekend; manco a dirlo: è cena con delitto. Cinque e mezzo, provare a incolpare il detective. Dopotutto se nessuno si fida di lui non gli crederanno se anche trovasse la verità. Certo che è un po’ fissato con le cose al centro questo detective.
E come in ogni buona narrazione, appena prima del momento di maggior tensione ci regalano un po’ di backstory. Da chi era stato veramente assunto? Il lavoro di un detective è investigare, perché mai dovrebbe dire la verità alle persone su cui sta investigando?
Dopo il contesto di ciò che è successo prima succede il casino, e diventa difficile ricostruire il tutto in mezzo al fuoco e al fumo.
Ma fortunatamente Benoit Blanc, come abbiamo visto già l’altra volta, è un bravo detective. Così rimane concentrato e punta, come dice sempre, al centro. Cosa vede al centro? Che Miles, quello che ha fatto costruire il Glass Onion e invitato tutti sull’isola, è un’idiota. Ignorando le bugie, dietro la cortina verbale, cosa abbiamo visto? Che è un’idiota. È geniale per quanto è stupido. Anzi no, è solo stupido.
Scoprendo tutti gli inganni giungiamo al finale dove si rispetta il vecchio detto: se c’è una pistola sparerà. E se c’è del vetro verrà rotto.
Come succede spesso, la soluzione semplice è anche la più efficace. Se si riesce a capire cosa c’è davvero al centro di tutto. Così questo grande detective con la fissazione per il centro delle cose riesce a vedere cosa si nascondeva al centro di quella cipolla di vetro. Sotto gli occhi di tutti eppure, proprio per questo, invisibile.





