DI LUCA GARNERO
DEDICATA AI GAZAWI
Aylan di Gaza
Tra le macerie
Di Gaza in fiamme
Si ode un filo di voce
Che a poco a poco diviene
Sempre più forte
Sempre più forte
Un bambino
Piccino piccino
Dallo sguardo grigio
Colmo di cenere
Fin nell’anima profonda
Dalle membra ossute
Ed occhi incavati
Mi si avvicina
Con sguardo tremante
Con voce tremante
Che proviene dall’
Oltretomba:
“Qui!
Agli estremi confini
Della civiltà
Ove tutto si sgretola
Onne virtù annichilisce
E si fanno soffi di voce
Palpiti informi di verità
Distorte dalla luce nera
Della morte
Qui viviamo i nostri giorni
A fare di conto delle ossa
Dei cadaveri di miei compagni
Di scuola che eran vivi
Infanti che vivevano come fiori
Ora sono poco più di ricordi
Ingrigiti dalla tenebra
Che crea l’intelligenza
Quand’essa muore
Soffocata dalla viltà
Dalla mediocrità e dal fanatismo
Diviene cieca e vuota d’essenza
Umanità guarisci
Riprendi il tuo antico splendore
Divieni comunità
Ascolta il nostro grido di dolore!
Come medico saggio per un sofferente bisognoso di cure
Resisti alle parole melliflue della prepotenza
Rifuggi il caos come una Tortorella
Fugge dal nido recando con sé i pulcini
Proteggendoli dalla furia della tempesta
Sii terra ridente e sicura per i migranti
Che vengono richiedendo la tua protezione, come madre accoglie tra le sue braccia i figli in cerca d’ aiuto
Spogliati dalle false credenze, da brame di dominio e dall’apatia come una donna
Che, gettando via un vestito, diviene più bella”.
Luca “Il Poeta” Garnero.