La Visionarietà Burtoniana Incontra l’Estro Fantasioso di Roald Dahl: La fabbrica di cioccolato

DI ALBERTO GROMETTO

Ma quanto ci piace il cioccolato, eh? Tutti vanno matti per il cioccolato, è così buono, scende giù che è un piacere, è davvero difficile trovare qualcuno a cui non piaccia. Ma un conto è andare matti per il cioccolato, un altro ben diverso è amarlo e dedicargli la vita.

Se si ha un sogno, non importa quale esso sia, lo si deve inseguire fino all’estremo. Perché è solo seguendo quel sogno, che rimarrai fedele a chi Tu sei davvero. Certo, non è facile far coesistere il “Chi Sei Tu” con le persone di cui ti circondi. Spesso non ci si riesce. E allora dovrai scegliere tra quello che sei e gli altri che ami. E in ogni caso, verrai spezzato in due. Perché nel mentre che hai un Sogno, ricordiamoci che c’è pure la Vita. E possono Vita e Sogno stare insieme? 

Nel 1964 il grande romanziere ROALD DAHL, autore di alcuni dei più grandi e importanti libri per ragazzi della Storia della Letteratura, scrisse il celeberrimo «LA FABBRICA DI CIOCCOLATO». La vicenda raccontata è quella del buffo ed eccentrico cioccolataio-cioccolatiere WILLY WONKA, allegro ometto folle assai, bizzarro e stravagante, entusiasta ed entusiasmante, figura iconica col suo cappello a cilindro e bastone, capace di imprimersi indelebilmente nell’immaginario collettivo storico-globale. La sua è la fabbrica numero uno nel campo della cioccolata, non c’è nessuno che non la conosca, eppure in realtà sono molto poche le cose che si conoscono sulla sua attività. Nessuno sa chi ci lavora, come fa il signor Wonka a mandare avanti tutto da solo (ma sarà da solo?) un’impresa che ha un mercato mondiale così esteso, quali siano i suoi segreti. 

(Il grande romanziere Roald Dahl)

Poi, un giorno, la grande notizia epocale e sconvolgente di fronte alla quale il mondo intero si ferma: il caro Willy annuncia che in cinque tavolette sono stati messi altrettanti biglietti d’oro e chi li troverà avrà il diritto di visitare la fabbrica in un tour condotto da Wonka stesso in persona! Peccato che le sorprese che si schiuderanno dinanzi ai cinque fortunati durante questa esplorazione saranno molto diverse da quelle immaginate. Ma poi, questi cinque, saranno davvero fortunati? 

La storia trae la sua ispirazione dall’esperienza biografica dello stesso Dahl, il quale durante i suoi anni da studente collegiale si ritrovò ad aver a che fare con le due più grandi e celebri aziende dolciarie inglesi del tempo: la Cadbury e la Rowntree’s. La prima spediva confezioni di dolciumi in omaggio a Roald e ai suoi compagni collegiali per avere da loro una valutazione su dei foglietti. Più il voto era alto, più era probabile che avrebbero puntato su quel prodotto. Erano gli Anni Venti. E il nostro si ricorda benissimo di come i due colossi del cioccolato inglese mandavano spie e informatori da una fabbrica all’altra con l’obbiettivo di carpirne i segreti e derubarne le ricette.  

Con oltre 20 milioni di copie vendute in tutto il mondo, la fama e popolarità del libro di Dahl raggiunsero livelli altissimi, al punto che ne vennero realizzati ben due adattamenti cinematografici. Il primo è del 1971, diretto da Mel Stuart, e la cui sceneggiatura venne in parte scritta dallo stesso Roald. Willy Wonka è impersonato da quel magnifico comico leggendario che è stato e sempre sarà Gene Wilder!

Tre decadi più tardi, nell’anno 2005, il libro finisce nelle mani di un Autore di Cinema con la A Maiuscola: TIM BURTON. Il folle regista californiano molto molto dark decide di raccontare ancora una volta la vicenda di Wonka, ma di farlo alla sua maniera! 

Sia chiaro, rimane tutto piuttosto invariato: la trama, i personaggi, i fatti raccontati. È lui, Willy Wonka, che diventa “qualcosa di più”. Non solamente un eccentrico e misterioso signore che arriva entusiasta ballando qui e là. Certo, è senz’altro un misterioso uomo allegro e ridacchiante e con la sua vena di follia, propenso a farsi beffe di chiunque, questo sì! 

Quello che sostanzialmente fa Tim è prendere il personaggio di Wonka e renderlo una persona. Una persona con un suo passato. Una persona che ha sofferto nella vita. Una persona che non è solamente l’imperturbabile e allegro briccone che turba e sconvolge le esistenze degli altri protagonisti, ma un personaggio con un travaglio interiore che deve risolvere. Non unicamente uno squilibrato per il solo piacere di esserlo, ma perché si porta dietro un trauma che lo ha reso il cioccolatiere-cioccolataio che conosciamo tutti. Vi è un profondo perché dietro quello che è. 

(Helena Bonham Carter, una degli interpreti del film, attrice feticcio di Tim Burton, sua compagna di vita per lungo tempo e madre dei suoi figli)

Quel trauma, quel travaglio, quel passato, insomma, quel perché hanno a che fare con quanto dicevamo prima: Scegliere tra chi ami e chi sei. Il nostro Willy ha scelto la seconda. E questo perché Wonka e il Cioccolato sono la stessa cosa. Perché Noi siamo i Nostri Sogni. Un uomo è ciò a cui pensa tutto il giorno. Oppure c’è dell’altro? E quell’altro sono gli altri? Ma come fa un uomo per cui il cioccolato è tutto essere allo stesso tempo il figlio di un dentista che odia ogni tipo di dolciume e combatte strenuamente le carie? Come puoi non farti spezzare da questo? 

È di questo che ci parla il nostro Burton, il quale affida ovviamente al suo amatissimo amico e storico attore feticcio JOHNNY DEPP il ruolo di Willy Wonka. Come poteva essere altrimenti? Depp fa un lavoro fantastico nel restituirci l’immagine di un uomo allegro ed entusiasta che pero è tutt’altro che felice e solare. Una profonda contraddizione in termini. Ma del resto gli esseri umani si fondano su profonde contraddizioni in termini.

(Grande Johnny!!!)

Sia chiaro. Io non sono un grande fan dei remake. Perché sono perlopiù fatti per i motivi sbagliati. Soldi. Ma quando invece un rifacimento viene portato avanti con l’obbiettivo di riaggiornare una storia invecchiata e darle nuova profondità, allora ben vengano i remake! Questo riadattamento, dietro la patina coloratissima e iper-dinamica con cui si mostra, rivela in realtà una natura ben più tragica e malinconica. Fa ridere certo, ma non solo questo. Tim sfrutta tutto il suo talento narrativo per aggiungere retroscena e spiegazioni, alla storia viene data una sua struttura narrativa più forte e complessa, dietro vi è un disegno mirato a rendere Wonka, ma anche gli altri personaggi, più veri e vividi. Esempio perfetto è pure quello di Nonno Joe, che nel caso di questo film diventa un uomo che ha dedicato la sua vita alla cioccolateria, e non è solamente un nonno che desidera la felicità di suo nipote.

Se a tutto questo ci aggiungiamo le genialate visive, estetiche, creative che popolano la pellicola in lungo e in largo… perché, si sa, Burton è un Maestro del Visivo capace di confezionarti dei film che ti rimangono indelebilmente impressi proprio per come sono fatti… beh, siamo allora in presenza di un’esplosione di pura gioia al cioccolato!!!
Dimentico qualcosa? Ah, sì! Gli Umpa Lumpa! Uno spettacolo nello spettacolo! Trattasi dei fedeli, leali e spassosissimi aiutanti di Wonka. Un fragoroso applauso all’attore DEEP ROY, che li interpreta tutti da solo uno ad uno! Sì, esatto: per ogni Umpa Lumpa di ogni singola scena sono state girate riprese separate dell’attore e poi fuse insieme per mezzo delle moderne tecniche digitali. Ma questa è la Magia del Cinema… oltre che del cioccolato!

(Tanti Umpa Lumpa, un solo Deep Roy!!!)

Se ami la storia di Roald Dahl e i film che ne hanno tratto, non potrai non amare questo articolo qua!!!

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