Far esistere l’inesistibile – La Divina Commedia Opera Musical

DI ALBERTO GROMETTO

CHE COSA???

Prendere un caposaldo immortale della Letteratura Mondiale quale «LA DIVINA COMMEDIA» di DANTE ALIGHIERI, alias IL SOMMO POETA (proprio quello!), e farci… un MUSICAL?

No, questo non è possibile, come si può fare una cosa di questo tipo?

Stiamo parlando di due tipi di Arti diverse, Culture diverse, Bellezze diverse.

Da una parte la Letteratura e la Poesia nella loro forma più alta.

Dall’altra Musica, Canto, Danza e Recitazione tutte insieme.

Da un lato abbiamo uno dei massimi rappresentanti in fatto di Scrittura, vissuto a cavallo tra il 1200 e il 1300 nell’Italia del tempo che fu, e che scrisse un’opera talmente complessa ed enorme da poter essere considerata sia poesia sia poema allegorico sia narrativa fantastica sia trattazione storica sia… qualsiasi altra cosa ti venga in mente! 

Dall’altro invece abbiamo a che fare con un genere di spettacolo d’intrattenimento nato ufficialmente negli Stati Uniti D’America il 12 Settembre 1866, quando venne portato in scena «The Black Crook», considerato il primo musical della storia.

Possono due oggetti già così stratificati e giganteschi di base… stare insieme l’uno con l’altro? No, non si può. Eppure la MIC – INTERNATIONAL COMPANY riesce a rendere l’impossibile possibile e a realizzare l’irrealizzabile producendo la prima opera musicale basata sullo straordinario capolavoro dantesco il quale, dopo oltre settecento anni, non ha ancora finito di raccontare tutto quello che aveva da raccontare. E speriamo non finirà mai. 

Regia a cura di ANDREA ORTIS, musiche composte da MARCO FRISINA, libretto scritto da GIANMARIA PAGANO e dallo stesso ANDREA ORTIS: l’impossibile in cui davvero riesce quest’opera è raccontarti ancora una volta, per l’ennesima volta, le vicende ultraterrene del poeta un tempo fiorentino e poi esule, conferendo loro nuova forza e rinnovate suggestioni, coinvolgendo pienamente lo spettatore e infondendogli emozioni d’una grandezza appassionante! 

(Il regista, coautore e interprete Andrea Ortis)

«LA DIVINA COMMEDIA OPERA MUSICAL» ci accompagna mano nella mano, come con Dante fecero Virgilio prima e Beatrice poi, attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso: vediamo scorrere innanzi a noi le più celebri tra le anime dannate e tra quelle beate (raccontarle tutte quante proprio non si poteva!), riviviamo quelle storie che oramai sono parte integrante di Noi e della nostra cultura e del nostro vivere. Attraverso monumentali coreografie impressionanti, scenografie colossali, effetti speciali degni di un film, musiche pazzesche e voci meravigliose di un cast meraviglioso, quello a cui noi assistiamo è la spettacolarizzazione di qualcosa che già era uno spettacolo di per sé: il viaggio di Dante Alighieri!  

Ed è dunque anche al cast che rivolgiamo un fragoroso applauso e i cui componenti meritano tutti quanti di essere citati: il talentuoso ANTONELLO ANGIOLILLO nel ruolo del Sommo Poeta, la splendida MYRIAM SOMMA nella parte di Beatrice, l’eclettico e magnifico LEONARDO DI MINNO nelle triplici vesti di Ulisse-Catone l’Uticense-Guido Guinizzelli, lo straordinario GIPETO che ha impersonato ben quattro personaggi (e che sono Caronte, Cesare, il Conte Ugolino e San Bernardo), la commoventissima VALENTINA GULLACE che ha saputo conquistarci sia in qualità di Francesca di Rimini sia come Matelda, lo stupefacente ANTONIO SORRENTINO che nel diventare Pier della Vigna e Arnaut Daniel ci lascia a bocca aperta, e infine SOFIA CASELLI che nella parte di Pia De’Tolomei ci ha spiazzati.

Merita però di essere giustamente applaudito pure il sensazionale corpo di ballo, il cui lavoro è impeccabile: MARIACATERINA MAMBRETTI, DANILO CALABRESE, FABIO CILENTO, RAFFAELE IORIO, ARIANNA LENTI, SERENA MARCHESE, FEDERICA MONTEMURRO, RAFFAELE NIKI RIZZO, ALICE PAGANI, LUCA RONCI, MICHELA TIERO e ALESSANDRO TRAZZERA.

E infine come non citare ancora una volta il regista e coautore di questa meraviglia, ANDREA ORTIS, che irrefrenabile interpreta PUBLIO VIRGILIO MARONE, regalandoci peraltro una performance inaspettatamente toccante, soprattutto nel momento in cui si separa dal suo allievo e discepolo e, fondamentalmente, figlio. Solo uno dei tanti momenti strabilianti che ci rimarranno impressi indelebilmente nel cuore della serata al TEATRO VITTORIO ALFIERI DI TORINO in cui abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di prendere visione di quest’opera d’una magnificenza perlacea: ci ricorderemo di Ulisse e del suo canto sfrenato alla ricerca di nuove scoperte oltre nuovi orizzonti, ci ricorderemo del disperato lamento del suicida Pier della Vigna, ci ricorderemo della dolcezza tenera di Matelda.

Non so come ci siano riusciti, non ho idea di come siano stati capaci di prendere due entità tanto diverse quali Dante e il Musical e unirli in un’unica opera veramente sublime, non riesco a capire come siano stati in grado di raccontare con piglio nuovo un racconto noto e arcinoto quale quello dantesco e usarlo per trasmettere sentimenti d’una forza semplicemente incomparabile! Io questo non lo so. Ma lo hanno fatto.

Qualsiasi cosa può sembrare impossibile e irrealizzabile. Poi però la fai. E quella cosa non solo risulta possibile, ma diventa vera e reale e autentica. 

Anche lo stesso genere del musical del resto pareva qualcosa di inconcepibile sulla carta, la fusione armonica di più discipline e arti che erano sempre state separate fino a quel momento.

Quello che ha realizzato Dante, ancora oggi, sembra impossibile possa essere stato fatto da un uomo solo, eppure è così. 

E quindi sì, è possibile confezionare un musical su un’opera tanto radicata nella nostra cultura e nel nostro immaginario come «La Divina Commedia» e renderla un avvincente e coinvolgente spettacolo spettacolare che sa di nuovo pur raccontando il vecchio e che sa emozionare e conquistare e affascinare. 

E del resto non dobbiamo dimenticare che il Sommo Poeta è anche colui che per dire cose che non si erano mai dette prima, che era impossibile anche solo pronunciare, si è dovuto inventare delle parole che prima di lui nemmeno esistevano. Però lo ha fatto. E lo abbiamo fatto anche noi, nel titolo di questo nostro articolo. 

INESISTIBILE” è una parola che non esiste. O meglio: non esisteva. Ma ora esiste, ed esiste per stare ad indicare come quello che non dovrebbe esistere, se lo vuoi, può in realtà incominciare ad esserci.

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